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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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CUOCHI<br />

sorpresa abbiamo visto un buon afflusso<br />

di clienti». Una sorpresa: infatti<br />

Mauro Uliassi inizialmente aveva<br />

pensato di iniziare «con 7 cuochi e 4<br />

camerieri, invece siamo subito tornati<br />

con il gruppo dello scorso anno, di 32-<br />

35 persone tra sala e cucina. Ho mantenuto<br />

lo stesso gruppo di lavoro dello<br />

scorso anno». A conferma della grande<br />

affluenza, anche gli orari di apertura<br />

del ristorante sono stati ricalibrati rispetto<br />

alle iniziali intenzioni: «Volevamo<br />

restare aperti solo a cena, invece,<br />

vista la richiesta, abbiamo deciso di<br />

aprire anche a pranzo».<br />

Questo periodo di lockdown è anche<br />

servito a Mauro e al suo staff per<br />

ripensare l'intera organizzazione del<br />

servizio: «Forse prima eravamo un po'<br />

esagerati. Prima avevamo una carta<br />

con il menu Lab, il Classico, l'Easy Lab,<br />

l'Easy Classico, la Caccia e la Carta.<br />

50-55 piatti. C'era da impazzire. Oggi<br />

invece proponiamo una linea migliore<br />

di lavoro: ci sono dei piatti che si possono<br />

scegliere à la carte, mentre online<br />

diamo la possibilità di scegliere menu<br />

come il Lab e la Selvaggina, così riusciamo<br />

ad essere più organizzati».<br />

Il Lab in particolare ha un importante<br />

significato per Uliassi. Si tratta<br />

di una decina di piatti, che ogni anno<br />

cambiano. «È ciò che ci ha permesso<br />

di surfare le onde più alte della gastronomia».<br />

Sì, perché Uliassi ci tiene a<br />

"sentirsi contemporaneo", non per altro<br />

investe nella ricerca, costantemente.<br />

«Alla ricerca dedichiamo 40 giorni<br />

all'anno, 10 ore al giorno, 6 persone<br />

fanno solamente questo. È un costo<br />

per l'azienda, ma sono i soldi meglio<br />

spesi: dà a noi sempre la sensazione di<br />

vivere appieno la nostra realtà, in più<br />

una creatività di gruppo come questa<br />

tiene insieme il team».<br />

Il team di Uliassi è ben composto.<br />

Da una parte si avvale di persone che<br />

ne fanno parte da anni, dall'altra da<br />

coloro che ne vogliono apprendere<br />

il funzionamento, per crescere e migliorarsi.<br />

Mauro Paolini (oggi marito<br />

di Katia Uliassi, sorella di Mauro) è<br />

a fianco dello chef tristellato dal '92,<br />

ad esempio, Luciano Seritelli dal '94,<br />

Michele Rocchi (alunno dello stesso<br />

Uliassi quando era anche docente) è al<br />

ristorante dal '99. «Poi ci sono altri 12,<br />

13 ragazzi che hanno un turn over di 2<br />

o 3 anni». La sala funziona allo stesso<br />

modo, con la presenza immancabile di<br />

Katia e anche, da poco, del figlio Filippo.<br />

Un po' il team, un po' la ricerca,<br />

un po' anche l'attenzione al territorio<br />

e alla semplicità in cucina. «Noi<br />

abbiamo sempre fatto una cucina del<br />

territorio. Quello che si mangia qui è<br />

la mia cultura di cuoco, che ha girato il<br />

mondo, che ha conosciuto diverse gastronomie,<br />

che però torna sempre qui,<br />

alla costa marchigiana».<br />

La combo di questi elementi, secondo<br />

Mauro, ha portato il ristorante<br />

Uliassi di Senigallia a conquistarsi la<br />

terza stella. «Quando tu non ce l'hai [la<br />

terza stella], non hai la minima idea di<br />

cosa significhi. Quando ti succede vieni<br />

travolto da uno tsunami di responsabilità,<br />

di gente che ti cerca. Lì capisci<br />

il significato della terza stella, il suo<br />

valore: oltre ad essere un importante<br />

riconoscimento, ha anche un risvolto<br />

economico, è un capitale che tu devi<br />

saper gestire».

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