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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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LOCALI<br />

A ROMA RIAPERTI<br />

2 HOTEL SU 10<br />

LA NORMALITÀ VERA SOLO NEL 2023?<br />

168 ITALIA A TAVOLA · LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong><br />

di Mariella<br />

Morosi<br />

Per il comparto dell’ospitalità<br />

alberghiera<br />

delle città d’arte si profila<br />

una ripresa certamente più<br />

lontana che per altri settori<br />

dell’economia e Roma, tanto legata<br />

ai flussi turistici internazionali,<br />

sta soffrendo più di tutte.<br />

In maggioranza le sue imprese<br />

ricettive sono ancora ferme<br />

e alcune sono orientate a<br />

non riaprire anche oltre l’autunno.<br />

In più non è da sottovalutare<br />

il peso dei costi di un albergo<br />

che la chiusura di certo<br />

non cancella.<br />

La crisi, esplosa già a fine<br />

febbraio con l’interruzione dei<br />

voli tra <strong>Italia</strong> e Cina, ha dimostrato<br />

quanto il settore sia legato<br />

alla piena ripresa del traffico<br />

aereo internazionale. Ma a contare,<br />

soprattutto nel leisure, a<br />

tema vacanza, sarà anche la rinascita<br />

di un sentimento positivo<br />

verso l’idea del viaggio. Al<br />

momento una speranza può<br />

arrivare dal turismo domestico<br />

ma comunque è troppo scarso<br />

per impegnare gli oltre centomila<br />

posti letto disponibili della<br />

capitale. Non spingono all’ottimismo<br />

neppure i segnali della<br />

ripresa del turismo business,<br />

legato alla riapertura degli uffici,<br />

e ancora peggiore è la situazione<br />

del congressuale, del tutto<br />

bloccato e riproponibile soltanto<br />

con molti limiti legati alla<br />

sanificazione e al rispetto delle<br />

distanze.<br />

Un danno enorme, considerando<br />

che il Pil alberghiero a<br />

Roma oscilla tra il miliardo e il<br />

miliardo e mezzo l’anno. Ma<br />

non saranno neppure i primi<br />

mesi del 2021 a riaccendere la<br />

speranza. A pagare il prezzo di<br />

una crisi senza precedenti sono<br />

gli alberghi di alto livello che<br />

hanno un sistema di costi che<br />

può essere coperto da una<br />

clientela rivolta al lusso, o comunque<br />

più esigente, anche se<br />

la crisi di liquidità non risparmia<br />

nessuna azienda dell’ospitalità.<br />

«Abbiamo 180-200 alberghi<br />

aperti su 1200, neppure il 18% -<br />

dice Giuseppe Roscioli, vice<br />

presidente vicario di Federalberghi<br />

e presidente di Federalberghi<br />

Roma - e quelli aperti<br />

lavorano poco per la mancanza

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