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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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Leonardo da Vinci, Dante Alighieri,<br />

la famiglia de’ Medici con Lorenzo il<br />

Magnifico, solo per citare alcuni dei<br />

pilastri della storia originari di questa<br />

regione.<br />

Ma, allo stesso modo, anche il patrimonio<br />

enogastronomico toscano<br />

rappresenta un’esclusività ed un’eccellenza<br />

italiana. E in questo prestigioso<br />

club ci entra di diritto l’olio extravergine<br />

di oliva. ? tra i più rinomati<br />

tra gli oli italiani. La sua produzione<br />

parte dal XV secolo. Precedentemente<br />

i toscani lo importavano dalla Puglia e<br />

dalla Campania, mentre a partire dal<br />

XV secolo sono comparse le prime<br />

coltivazioni. Ma è dall’Ottocento che<br />

questa produzione entra nel vivo affermandosi<br />

fino ad arrivare ad oggi. Se<br />

si pensa che su tutto il territorio toscano<br />

le cultivar accertate sono 119, più o<br />

meno famose ma comunque presenti<br />

nel germoplasma regionale, si può capire<br />

l’importanza di questo tesoro nel<br />

panorama enogastronomico.<br />

Moraiolo, Frantoio, Leccino, Maurino,<br />

presenti prevalentemente su<br />

tutto il territorio toscano ed anche<br />

fuori da esso, Leccio del Corno della<br />

zona di San Casciano Val di Pesa, l’Olivastra<br />

Saggianese, nota nella zona a<br />

valle del Monte Amiata, sono solo alcune<br />

delle cultivar tra le più famose,<br />

rinomate e conosciute della Toscana.<br />

La varietà degli oli prodotti in questa<br />

regione ha infinite combinazioni perché<br />

queste cultivar si prestano molto<br />

a blend che regalano sapori e sensazioni<br />

uniche, ma, ultimamente, di<br />

queste cultivar si trovano anche molti<br />

oli monovarietali.<br />

Nella scorsa annata, la Toscana<br />

ha contenuto le perdite che dal nord<br />

e fino al centro hanno penalizzato la<br />

produzione nel suo complesso. Qui<br />

sono state prodotte circa 16mila tonnellate<br />

a fronte delle 20mila circa prodotte<br />

l’anno precedente, contenendo<br />

la perdita in circa il 20%. Premettendo<br />

che se un’oliva viene trattata in modo<br />

adeguato e alla giusta invaiatura non<br />

esistono oli delicati, gli oli evo toscani<br />

appartengono alla classe dei fruttati<br />

medi o medi/intensi con punte di intensità<br />

che potrebbero fare invidia ad<br />

oli provenienti dal sud del Paese.<br />

Sono oli che si adattano bene al<br />

cibo e ai piatti che si possono trovare<br />

in questa regione. Una fiorentina<br />

al sangue, un caciucco o una ribollita<br />

accoglieranno a braccia aperte le cultivar<br />

dal fruttato più intenso di questi<br />

oli. Su questi piatti strutturati un buon<br />

Moraiolo o una Saggianese direbbero<br />

la loro innalzando quei piatti all’eleganza<br />

del gusto.<br />

E se infine si vuole parlare del turismo<br />

di questa regione senza rischiare<br />

OLIO<br />

la banalità delle numerose città d’arte,<br />

mi verrebbe da suggerire tre luoghi,<br />

forse minori, ma esclusivi per il loro<br />

essere caratteristici: Sorano, in provincia<br />

di Grosseto, denominata la Matera<br />

della Toscana, è un borgo facente<br />

parte dell’area del tufo, di circa 3mila<br />

abitanti ad un’altezza di poco meno<br />

di 400 metri, davvero caratteristico;<br />

poi l’Isola di Montecristo, famosa per<br />

la sua storia, che fa parte dell’arcipelago<br />

toscano; e infine Vinci, in provincia<br />

di Firenze, luogo reso famoso perché<br />

diede i natali al famoso Leonardo.<br />

La Toscana è un patrimonio<br />

dell’umanità in diversi settori. L’olio<br />

extravergine, qui, ha da raccontare<br />

ancora molto della sua storia e coloro<br />

che vorranno avventurarcisi troveranno<br />

qualcosa da assaggiare e ricordare.

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