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Mentre il food<br />
ha resistito grazie<br />
a delivery e asporto,<br />
il lockdown ha<br />
frenato i consumi<br />
di vino al ristorante.<br />
In questa fase,<br />
per far ripartire<br />
i consumi,<br />
ristoranti e cantine<br />
possono venirsi<br />
incontro attraverso<br />
l’acquisto di vino<br />
in conto vendita<br />
e abbassando<br />
drasticamente<br />
il ricarico sul prezzo<br />
al cliente<br />
di Vincenzo D’Antonio<br />
Sorprende ed amareggia<br />
constatare che a fronte<br />
di scenari tragici come<br />
al momento sono quelli in cui<br />
galleggiano timorosi i ristoratori<br />
e i produttori e commercianti di<br />
vino, vi sia la preoccupante latitanza<br />
di idee forti che abbiano il<br />
pregio di essere nuove, originali<br />
e, prerequisito indispensabile,<br />
avere una loro lucida quanto<br />
pragmatica percorribilità.<br />
E se buona parte del problema<br />
risiedesse proprio nella congenita<br />
neofobia dei vertici delle tante<br />
(troppe) associazioni del mondo<br />
enologico? Insomma, non è che<br />
nel mind-set di costoro ciò che<br />
è “nuovo” è di per sé nocivo, nel<br />
senso che può nuocere alla “non”<br />
salute del comparto perché concorrerebbe<br />
a scuoterli talmente<br />
da far saltare equilibri, rendite di<br />
posizione, relazioni istituzionali,<br />
poltrone e poltroncine?<br />
Analizziamo il problema che<br />
accomuna oggi ristoranti e cantine.<br />
A valle sta un fenomeno appariscente<br />
e doloroso: il lungo periodo<br />
di chiusura del servizio di sala<br />
dei ristoranti. Non si fa servizio di<br />
sala, non si vende al tavolo. È affermazione<br />
che risponde al vero.<br />
A monte sussiste il correlato fenomeno<br />
anch’esso appariscente ed<br />
anch’esso doloroso: a causa del<br />
periodo di chiusura del servizio<br />
di sala dei ristoranti, i produttori/<br />
venditori di vino non vendevano<br />
la loro merce ai ristoratori. Intasamento<br />
nel flow “sell-in / sell-out”<br />
a causa di una prolungata assenza<br />
di sell-out.<br />
Ma qualche considerazione<br />
vogliamo comunque farla. Siamo<br />
sicuri che l’operatività del flusso<br />
“produttori vino - ristoratori -<br />
clienti” era la migliore possibile<br />
in quell’epoca che ebbe termine<br />
ai primi di marzo del corrente<br />
anno? Siamo sicuri che il migliore<br />
business model, quello in virtù<br />
del quale vi era convenienza da<br />
parte di tutti e tre i succitati attori,<br />
fosse davvero così efficace?<br />
1. Le parole del produttore: tento<br />
la vendita, tu ristoratore ordini,<br />
io vendo e fatturo, un giorno,<br />
quasi certamente differito rispetto<br />
a quello concordato e scritto in<br />
fattura, incasserò.<br />
2. Le parole del ristoratore: io<br />
compro il tuo vino, mi arriva, lo<br />
“metto a terra”, guardo bene il<br />
rigo di fattura, prendo la calcolatrice,<br />
quell’importo a destra della<br />
fattura, quello che c’è il simbolo<br />
dell’euro, lo moltiplico per un numero<br />
che decido io (e chi sennò!)<br />
ed il prodotto diviene l’importo<br />
con il simbolo dell’euro. Lo scrivo<br />
sulla carta dei vini che avrò cura<br />
COVID-19 | #RE-START<br />
di fare bella bella bella, che fa<br />
status con il cliente. Arriverà, speriamo<br />
tardi, quel giorno che mi<br />
solleciterai il pagamento già scaduto.<br />
Speriamo che cadi nel tranello<br />
di dirmi che non mi fornisci<br />
altre bottiglie se prima non saldo<br />
la fattura precedente, così io ti<br />
minaccio che il tuo vino, se così<br />
stanno le cose non lo prendo più<br />
e che ho la fila fuori di rappresentanti<br />
di vini di certo buoni quanto<br />
il tuo e che mi fanno anche il 5 + 1<br />
e pago a 120 gg.<br />
3. Le parole del cliente: vado<br />
al ristorante, spero di mangiare<br />
bene (ed in genere accade) spero<br />
di non spendere troppo per un<br />
buon vino da abbinare al pasto.<br />
Arriva il conto: suvvia non è che<br />
ho pagato troppo, si può dire che<br />
il vino a momenti incideva quanto<br />
il cibo. Io avrei avuto voglia di<br />
un altro sorso, avrei gradito meglio<br />
il tutto e mi sarei alzato da tavola<br />
più soddisfatto, ma con quello<br />
che costa, con il fatto che non<br />
posso portare via la bottiglia…<br />
Pensieri e parole. Abbiamo<br />
solo provato a dare parole ai pensieri.<br />
Ma torniamo alla situazione<br />
attuale: piene le cantine dei<br />
produttori, con una vendemmia<br />
che si avvicina (manca un mese<br />
all’incirca) e problemi non solo di<br />
cash flow, ma addirittura anche<br />
di layout di spazio fisico; piene,<br />
con svuotamenti lenti, le cantine<br />
dei ristoranti. Nulla da fare: è<br />
stallo. Nel mentre, ma sembra addirittura<br />
un dettaglio, non è che i<br />
produttori vendano i loro vini ai<br />
ristoratori.<br />
Ma a questo punto, un’altra<br />
considerazione vogliamo farla?<br />
Si scopre che durante il<br />
LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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