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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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Mentre il food<br />

ha resistito grazie<br />

a delivery e asporto,<br />

il lockdown ha<br />

frenato i consumi<br />

di vino al ristorante.<br />

In questa fase,<br />

per far ripartire<br />

i consumi,<br />

ristoranti e cantine<br />

possono venirsi<br />

incontro attraverso<br />

l’acquisto di vino<br />

in conto vendita<br />

e abbassando<br />

drasticamente<br />

il ricarico sul prezzo<br />

al cliente<br />

di Vincenzo D’Antonio<br />

Sorprende ed amareggia<br />

constatare che a fronte<br />

di scenari tragici come<br />

al momento sono quelli in cui<br />

galleggiano timorosi i ristoratori<br />

e i produttori e commercianti di<br />

vino, vi sia la preoccupante latitanza<br />

di idee forti che abbiano il<br />

pregio di essere nuove, originali<br />

e, prerequisito indispensabile,<br />

avere una loro lucida quanto<br />

pragmatica percorribilità.<br />

E se buona parte del problema<br />

risiedesse proprio nella congenita<br />

neofobia dei vertici delle tante<br />

(troppe) associazioni del mondo<br />

enologico? Insomma, non è che<br />

nel mind-set di costoro ciò che<br />

è “nuovo” è di per sé nocivo, nel<br />

senso che può nuocere alla “non”<br />

salute del comparto perché concorrerebbe<br />

a scuoterli talmente<br />

da far saltare equilibri, rendite di<br />

posizione, relazioni istituzionali,<br />

poltrone e poltroncine?<br />

Analizziamo il problema che<br />

accomuna oggi ristoranti e cantine.<br />

A valle sta un fenomeno appariscente<br />

e doloroso: il lungo periodo<br />

di chiusura del servizio di sala<br />

dei ristoranti. Non si fa servizio di<br />

sala, non si vende al tavolo. È affermazione<br />

che risponde al vero.<br />

A monte sussiste il correlato fenomeno<br />

anch’esso appariscente ed<br />

anch’esso doloroso: a causa del<br />

periodo di chiusura del servizio<br />

di sala dei ristoranti, i produttori/<br />

venditori di vino non vendevano<br />

la loro merce ai ristoratori. Intasamento<br />

nel flow “sell-in / sell-out”<br />

a causa di una prolungata assenza<br />

di sell-out.<br />

Ma qualche considerazione<br />

vogliamo comunque farla. Siamo<br />

sicuri che l’operatività del flusso<br />

“produttori vino - ristoratori -<br />

clienti” era la migliore possibile<br />

in quell’epoca che ebbe termine<br />

ai primi di marzo del corrente<br />

anno? Siamo sicuri che il migliore<br />

business model, quello in virtù<br />

del quale vi era convenienza da<br />

parte di tutti e tre i succitati attori,<br />

fosse davvero così efficace?<br />

1. Le parole del produttore: tento<br />

la vendita, tu ristoratore ordini,<br />

io vendo e fatturo, un giorno,<br />

quasi certamente differito rispetto<br />

a quello concordato e scritto in<br />

fattura, incasserò.<br />

2. Le parole del ristoratore: io<br />

compro il tuo vino, mi arriva, lo<br />

“metto a terra”, guardo bene il<br />

rigo di fattura, prendo la calcolatrice,<br />

quell’importo a destra della<br />

fattura, quello che c’è il simbolo<br />

dell’euro, lo moltiplico per un numero<br />

che decido io (e chi sennò!)<br />

ed il prodotto diviene l’importo<br />

con il simbolo dell’euro. Lo scrivo<br />

sulla carta dei vini che avrò cura<br />

COVID-19 | #RE-START<br />

di fare bella bella bella, che fa<br />

status con il cliente. Arriverà, speriamo<br />

tardi, quel giorno che mi<br />

solleciterai il pagamento già scaduto.<br />

Speriamo che cadi nel tranello<br />

di dirmi che non mi fornisci<br />

altre bottiglie se prima non saldo<br />

la fattura precedente, così io ti<br />

minaccio che il tuo vino, se così<br />

stanno le cose non lo prendo più<br />

e che ho la fila fuori di rappresentanti<br />

di vini di certo buoni quanto<br />

il tuo e che mi fanno anche il 5 + 1<br />

e pago a 120 gg.<br />

3. Le parole del cliente: vado<br />

al ristorante, spero di mangiare<br />

bene (ed in genere accade) spero<br />

di non spendere troppo per un<br />

buon vino da abbinare al pasto.<br />

Arriva il conto: suvvia non è che<br />

ho pagato troppo, si può dire che<br />

il vino a momenti incideva quanto<br />

il cibo. Io avrei avuto voglia di<br />

un altro sorso, avrei gradito meglio<br />

il tutto e mi sarei alzato da tavola<br />

più soddisfatto, ma con quello<br />

che costa, con il fatto che non<br />

posso portare via la bottiglia…<br />

Pensieri e parole. Abbiamo<br />

solo provato a dare parole ai pensieri.<br />

Ma torniamo alla situazione<br />

attuale: piene le cantine dei<br />

produttori, con una vendemmia<br />

che si avvicina (manca un mese<br />

all’incirca) e problemi non solo di<br />

cash flow, ma addirittura anche<br />

di layout di spazio fisico; piene,<br />

con svuotamenti lenti, le cantine<br />

dei ristoranti. Nulla da fare: è<br />

stallo. Nel mentre, ma sembra addirittura<br />

un dettaglio, non è che i<br />

produttori vendano i loro vini ai<br />

ristoratori.<br />

Ma a questo punto, un’altra<br />

considerazione vogliamo farla?<br />

Si scopre che durante il<br />

LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />

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