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forse proprio a causa di questa mancanza<br />
di coordinamento, ora sta faticando a<br />
risollevarsi dalla crisi.<br />
Ecco dunque che da Senigallia è partito<br />
un messaggio chiaro a tutta l’<strong>Italia</strong>;<br />
alla politica, certo, ma prima ancora<br />
all’intero mondo della ristorazione. «Senigallia<br />
è una città simbolica, e questa è<br />
la prima iniziativa post Covid-19 e che<br />
riunisce i più importanti attori dell’ospitalità<br />
e dell’accoglienza», ha esordito<br />
Angelo Serri, direttore di Tipicità, che ha<br />
organizzato Senigallia Gourmet, 4ª tappa<br />
del gran tour delle Marche.<br />
«Per potersi incontrare serve procedere<br />
in un'unica direzione - ha detto il direttore<br />
di <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong>, Alberto Lupini<br />
- e affidarsi a chi ha più forza. Viaggiando<br />
in direzioni diverse, il concetto di unità<br />
resterà sempre un’utopia. Le tante voci<br />
di ristoratori, cuochi ed esercizi pubblici<br />
devono essere parte di un unico<br />
coro, in modo che le istituzioni possano<br />
finalmente ascoltare. Singolarmente<br />
rappresentiamo invece tante voci che<br />
formano tanti spicchietti per le allodole<br />
e il messaggio tornerà sempre indietro,<br />
insieme possiamo invece essere una sola<br />
voce che, tanto più è potente, tanto più<br />
può rompere ogni specchio».<br />
Un riferimento neppure troppo velato<br />
ai tanti specchietti che hanno luccicato<br />
solo il tempo di qualche settimana<br />
durante i mesi dell’isolamento, e che<br />
Gioacchino Bonsignore, il giornalista<br />
del Tg5 che ha coordinato i lavori insieme<br />
ad Alberto Lupini, non ha mancato<br />
di stigmatizzare: «Il mondo della ristorazione<br />
- ha detto - non sta facendo una<br />
bella figura: la pretesa di essere aiutati<br />
a qualunque condizione con richieste<br />
di aiuti in piccoli assembramenti nelle<br />
piazze è vergognosa, chiedere solo soldi<br />
per riaprire senza valutare le condizioni<br />
del singolo ristorante. Dal 2010 in poi - ha<br />
aggiunto - la somministrazione di cibo e<br />
bevande è stata fuori controllo. L’omologazione<br />
ha portato alla nascita delle<br />
fabbriche della carbonara a Roma ad<br />
una qualità più bassa, e situazioni come<br />
queste hanno portato alla nascita di ristoranti<br />
fotocopia abbassando il livello<br />
del comparto».<br />
Moreno<br />
Cedroni,<br />
Angelo<br />
Serri, Mauro<br />
Uliassi e<br />
Gioacchino<br />
Bonsignore<br />
CUOCHI<br />
Sul palco c'erano, insieme, la Fipe<br />
con il direttore generale Roberto Calugi,<br />
Le Soste con il presidente Claudio<br />
Sadler ed Euro-Toques con il presidente<br />
Enrico Derflingher. In collegamento il<br />
presidente di Fic, Rocco Pozzulo. «Abbiamo<br />
attraversato i 3 mesi di blocco,<br />
dove si navigava a vista - ha raccontato<br />
Alberto Lupini, che ha dato il via al<br />
dibattito - e in qualche modo la luce è<br />
arrivata, ma bisogna capire come ci siamo<br />
trovati a questo punto e come mai ci<br />
siano difficoltà così grosse. È mancato il<br />
senso di squadra. Senigallia è l’esempio<br />
di come fare squadra ha dato risultati. In<br />
altri Paesi la ristorazione è stata più unita,<br />
al di là delle motivazioni è possibile oggi<br />
avviare azioni unitarie. Mancano consapevolezza<br />
e visione, anche da parte della<br />
politica, con cui interagire è difficile, dal<br />
momento che abbiamo a che fare con 5<br />
ministri diversi». E qui torna l’idea di un<br />
Ministero unico, che proprio la Fipe<br />
aveva avanzato durante gli Stati generali<br />
dell’Economia qualche settimana<br />
fa. Ma il problema non è solo la politica:<br />
«Tutti, in questo settore, si sono scoperti<br />
maestri di associazionismo - ha attaccato<br />
Roberto Calugi - ma dov’erano prima<br />
del Covid? Un conto è riempire le piazze,<br />
un conto è scrivere un emendamento<br />
e farselo firmare dalle istituzioni».<br />
LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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