05.08.2020 Views

Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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COVID-19 | #RE-START<br />

Stato e le banche<br />

danno al Paese<br />

un segnale tremendo:<br />

vuol dire<br />

che non si può lavorare<br />

in sicurezza.<br />

Ciò significa<br />

che c’è una classe<br />

dirigente (al Governo<br />

come nelle<br />

Regioni) di indecisi<br />

o incapaci<br />

che ci sta prendendo<br />

in giro. Si può anche dire che la<br />

ripresa va fatta a piccoli passi, ma non<br />

è accettabile che qualcuno neanche alzi<br />

un piede… Ogni giorno di mancato lavoro<br />

in una filiale comporta ad esempio<br />

ritardi nei finanziamenti bancari dovuti<br />

alle imprese, che così non riescono a<br />

recuperare. E mentre si tengono a casa<br />

“in sicurezza” i colletti bianchi, si autorizzano<br />

magari le sagre dove questi<br />

se ne possono andare tranquillamente,<br />

incuranti degli assembramenti. Oltre al<br />

danno la beffa!<br />

Rischia di saltare<br />

la rete del turismo<br />

Bar e ristoranti<br />

sembrano dimenticati<br />

dai progetti di<br />

semplificazione<br />

della burocrazia.<br />

Prolungare lo<br />

smartworking come<br />

progettano i politici<br />

vuol dire uccidere<br />

molti esercizi pubblici<br />

dei centri città. La<br />

Riforma deve garantire<br />

regole uguali per tutti e<br />

comprendere anche<br />

i codici Ateco e l’Iva<br />

Il lavoro agile che viene annunciato<br />

dal Premier e da alcuni suoi ministri<br />

potrebbe essere anche importante (se<br />

riempito di contenuti, di cui non si ha<br />

però traccia), ma è una sorta di rivoluzione<br />

che lascerà sul terreno molti cadaveri,<br />

a partire proprio dai pubblici<br />

esercizi.<br />

L’impatto che può avere sui lavoratori,<br />

sulle città e sull’economia in generale<br />

va considerato nella sua globalità.<br />

In ballo non c’è solo l’interesse di<br />

qualche bar o ristorante, già in ginocchio<br />

per il Covid-19. Rischia di saltare<br />

l’intera rete dell’accoglienza, perno del<br />

nostro turismo. E parliamo di aziende<br />

dove i più, prima<br />

ancora di chiedere<br />

aiuti, vorrebbero<br />

solo poter lavorare<br />

riempiendo come<br />

un tempo i locali.<br />

Un’idiozia a cui se<br />

ne potrebbe poi aggiungere<br />

un’altra<br />

degna solo di chi<br />

pensa ancora come<br />

se fossimo nel Novecento<br />

e non dovessimo<br />

uscire da una<br />

crisi drammatica:<br />

rinnovare i contratti<br />

di lavoro riducendo l’orario ma mantenendo<br />

lo stesso stipendio. Una genialata<br />

del nuovo segretario generale della<br />

UIL che probabilmente... come molti<br />

dei nostri politici non ha mai lavorato<br />

in vita sua.<br />

Se però lo smartworking degli impiegati<br />

pubblici e privati è davvero la<br />

strada che il Governo vuole intraprendere,<br />

lo deve dire subito! Non si possono<br />

fare indebitare ulteriormente gestori in<br />

difficoltà che sperano in un ritorno di<br />

clientela che si profila effimero.<br />

E non si possono illudere centinaia<br />

di migliaia di camerieri, baristi e cuochi<br />

che dopo questo periodo di cassa<br />

integrazione pagata in ritardo, quando<br />

è andata bene, potrebbero trovarsi senza<br />

lavoro. Il menu di questo Governo<br />

rischia di servire loro un piatto freddo<br />

immangiabile, se non avvelenato.<br />

La demagogia da 4 soldi<br />

di chi non conosce<br />

le regole dell’economia<br />

Una Semplificazione come immaginano<br />

alcuni buontemponi da “decrescita<br />

felice” manderebbe allo sbaraglio migliaia<br />

di imprese e sarebbe il frutto peggiore<br />

di un sistema malato che pensa<br />

solo a salvare se stesso. Se a qualcuno<br />

interessa solo tutelare i burocrati (magari<br />

per evitargli il carcere se non fanno<br />

i dovuti controlli sugli appalti…) o<br />

garantire i vitalizi, forse è il caso di alzare<br />

la voce e fermare l’ennesimo colpo<br />

di mano di demagoghi da 4 soldi. Pena<br />

un disastro sociale incalcolabile.<br />

Per semplificare il Paese servono<br />

opere pubbliche in tempi ragionevoli,<br />

ma anche una Giustizia celere, procedure<br />

comprensibili, controlli sicuri e<br />

regole uguali per tutti. Per non parlare<br />

di una sanità sganciata dalle scelte<br />

politiche (pensiamo al disastro della<br />

Regione Lombardia con il covid-19).<br />

Una semplificazione che ci regali il telelavoro<br />

della casta burocratica e che<br />

non risolva invece i problemi dei troppi<br />

diversi codici Ateco di chi può somministrare<br />

cibo e bevande, o che non uniformi<br />

le aliquote Iva rispetto a come<br />

è venduta la stessa bottiglia di vino,<br />

sarebbe l’ultima follia che l’<strong>Italia</strong> non<br />

può più permettersi.<br />

L’unica semplificazione di cui ha<br />

bisogno l’<strong>Italia</strong> è quella che renda più<br />

smart le imprese. Ricette fantasiose o<br />

bocciate dalla storia non servono a nessuno.

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