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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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MAÎTRES E SALA<br />

Marco Reitano<br />

Presidente Noi di Sala<br />

Cameriere al ristorante<br />

Un mestiere sottovalutato<br />

Giorni fa guardavo un simpatico film alla<br />

tv. Ad un certo punto l’aitante protagonista,<br />

costretta per necessità a fare la fattorina<br />

e bloccata in bici fra le vetture di uno stressante<br />

traffico infernale, afferma: “Ma non era meglio fare la<br />

cameriera?!”. Il messaggio è chiaro, il nostro mestiere è<br />

culturalmente un mestiere “di ripiego”, da persone<br />

“poco erudite” e mi vengono in mente tantissime altre<br />

affermazioni pubbliche che<br />

certificano questa visione.<br />

Tuttavia non è comunque l’unico<br />

ad essere da sempre categorizzato<br />

tra i mestieri “bassi”.<br />

E allora apriamo le danze<br />

menzionando affermazioni<br />

quali: “preferisco fare lo scaricatore<br />

di porto” o “meglio fare<br />

il muratore”, ecc.<br />

Insomma, volendo cambiare<br />

il punto di vista, il mondo<br />

è apparentemente pieno di<br />

persone che vorrebbero fare questi mestieri! Idealmente,<br />

vorrebbero farli in alternativa al loro mestiere più<br />

illustre, magari come necessità di scrollarsi di dosso<br />

una mole esasperante di stress o le crescenti responsabilità:<br />

ma anche nei sopra citati mestieri ci sono tante<br />

responsabilità... Molti preferirebbero fare un tale mestiere<br />

per liberarsi dell’eccessiva burocrazia o della presenza<br />

di un capo stressante: ma anche nel fare il cameriere<br />

si devono affrontare capi, clienti e standard<br />

professionali. Insomma, tutti vorrebbero fare il cameriere<br />

per garantirsi un minore impiego di materia cerebrale<br />

con conseguente miglioria del proprio ritmo<br />

biologico: sarebbe bello, ma non è così!<br />

La realtà è che il cameriere è un mestiere poco scelto<br />

perché richiede sforzo fisico, oltre che mentale, e predisposizione<br />

alla socializzazione. Anche se può essere<br />

più divertente e più remunerativo di altri, si sceglie<br />

poco come mestiere perché manca il fisico da un lato, e<br />

la predisposizione a “servire” il prossimo dall’altro.<br />

Fare il cameriere non è per tutti; non è per gracili timidi,<br />

tanto meno per chi desidera una vita “comoda”<br />

trascorrendo ad esempio<br />

festività e ricorrenze<br />

in vacanza; non è per<br />

quelli che prediligono<br />

un comodo lavoro d’ufficio,<br />

in poltrona, e con<br />

la penna che cade dalle<br />

mani alle 17 spaccate.<br />

Gli stessi poi però devono<br />

ovviare alla sedentarietà<br />

e alla mancanza<br />

di attività andando<br />

in palestra... È un po’<br />

un controsenso, no? Si fanno corsi di meditazione per<br />

migliorare le relazioni sociali e fare del bene al prossimo,<br />

mentre nel nostro mestiere tutto questo è gratuito!<br />

Forse scopriamo che il cameriere è il mestiere più completo<br />

del mondo? Lascio quindi al pubblico la scelta di<br />

sposare, o meno, il detto “meglio fare il cameriere”.

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