Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net
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Lesioni da ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti<br />
mammella <strong>di</strong> normali <strong>di</strong>mensioni il cono mammario viene rimodellato senza alcuna<br />
riduzione del parenchima ghiandolare ma solo della cute .L’obiettivo è dunque quello<br />
<strong>di</strong> riposizionare la ghiandola mammaria ed il complesso areola-capezzolo nelle se<strong>di</strong><br />
originali e fisiologiche. Nelle mammelle molto piccole è possibile integrare il volume<br />
complessivo con l’inserimento <strong>di</strong> una protesi <strong>di</strong> materiale alloplastico biocompatibile.<br />
L’ipoplasia e l’ipotrofia mammaria identificano quadri clinici <strong>di</strong> inadeguato volume<br />
mammario:il primo per cause congenite o acquisite (gravidanza, allattamento) è<br />
relativo a soggetti giovani, il secondo è un danno estetico legato alla involuzione<br />
senile del parenchima mammario. L’obiettivo del chirurgo plastico in una<br />
mastoplastica ad<strong>di</strong>tiva è la realizzazione <strong>di</strong> un seno attraente e simmetrico che, in<br />
quanto al volume, coincida con i desideri della paziente e sia proporzionato al suo<br />
aspetto. Come per ogni altro intervento <strong>di</strong> chirurgia plastica correttiva, l'aumento<br />
volumetrico del seno richiede un accurato screening preoperatorio non solo clinico<br />
ma anche psicologico allo scopo <strong>di</strong> valutare attentamente l'entità del <strong>di</strong>fetto fisico e<br />
le motivazioni che animano la richiesta della donna. Tutto ciò è <strong>di</strong> fondamentale<br />
importanza perché con<strong>di</strong>ziona non soltanto la strategia terapeutica da adottare ma<br />
anche la scelta <strong>di</strong> sottoporre o meno il soggetto all'intervento. Per quanto concerne<br />
le vie <strong>di</strong> accesso alle tra<strong>di</strong>zionali ascellare, periareolare e sottomammaria, negli<br />
ultimi anni se ne sono aggiunte altre quali la transareolare e la addominale, mentre<br />
per il posizionamento della protesi le opzioni possibili sono retroghiandolare e<br />
sottomuscolare. La scelta della tasca retroghiandolare è in<strong>di</strong>cata nelle pazienti con<br />
tessuto mammario ben rappresentato, lieve ptosi delle mammelle ed atleticamente<br />
attive mentre la tasca sottomuscolare va utilizzata nei soggetti con un seno scarso ed<br />
atleticamente inattive. L'impianto sottoghiandolare propone in<strong>di</strong>scutibili vantaggi<br />
quali una proiezione ottimale delle mammelle ed una consistenza naturale alla<br />
palpazione mentre i vantaggi della protesi in sede sottomuscolare si identificano con<br />
un basso rischio <strong>di</strong> contaminazione batterica e con la conservazione dei rapporti<br />
anatomici. Storicamente si ritiene che la prima mastoplastica ad<strong>di</strong>tiva venne<br />
realizzata in Germania nel 1895 utilizzando del grasso autologo <strong>di</strong> un lipoma del<br />
dorso e che il primo grossolano impianto <strong>di</strong> silicone risale al 1947. Rapidamente nel<br />
corso degli anni l'interesse della popolazione femminile per questo tipo <strong>di</strong> chirurgia<br />
crebbe in forma esponenziale stimolando gli stu<strong>di</strong>osi del settore ad in<strong>di</strong>viduare<br />
materiali biocompatibili sempre più sofisticati in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare al meglio le<br />
esigenze delle donne e dei Chirurghi Plastici. Dal 1979 al 1992 negli Stati Uniti<br />
d'America sono state sottoposte a mastoplastica ad<strong>di</strong>tiva circa 100-150.000 donne<br />
ogni anno con un volume d'affari <strong>di</strong> circa 300- 450 milioni <strong>di</strong> dollari per attività<br />
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