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Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net

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L’invecchiamento cutaneo<br />

innescare la sintesi <strong>di</strong> ICAM-1 nell’endotelio. In base a questo modello si potrebbero<br />

anche considerare interventi per ridurre la velocità d’invecchiamento.<br />

Invecchiamento e Ormoni<br />

La cute è spesso considerata come una ghiandola endocrina in ragione della sua alta<br />

attività ormonale (Labrie et al 2000). Gli ormoni trovati nella pella umana sono la<br />

melatonina e l’ormone anti-stress DHEA. Quest’ultimo è convertito in metaboliti<br />

simili ad estrogeni e androgeni ritrovabili solo nella pelle. L’effetto più importante<br />

degli estrogeni consiste nello stimolare il collagene e l’acido ialuronico, noto fattore<br />

d’idratazione (d’umi<strong>di</strong>tà). L’invecchiamento comporta una riduzione non solo <strong>di</strong><br />

estrogeni e collagene, ma anche <strong>di</strong> enzimi necessari per la conversione del DHEA. E’<br />

importante sottolineare che le donne trattate con estrogeni sintetici mostrano una<br />

pelle più soda. Altri effetti positivi del DHEA sono legati alla sua azione protettiva<br />

sulla pelle. Uno stu<strong>di</strong>o recente ha <strong>di</strong>mostrato, a tale proposito, che il DHEA applicato<br />

topicamente è in grado <strong>di</strong> proteggere i delicati vasi sanguigni della pelle,<br />

preservando la salute della pelle stessa. Il meccanismo attraverso il quale il DEHA<br />

salvaguarda la cute non è noto, ma senza dubbio la sua attività anti-infiammatoria<br />

può rivestire un ruolo importante in tale <strong>di</strong>rezione.<br />

Invecchiamento e Stress Ossidativo<br />

I processi ossidativi e i ra<strong>di</strong>cali liberi (conducono all’accumulo) rappresentano le<br />

principali cause sottostanti l’accumulo <strong>di</strong> danno cellulare (Wenk et al 2001; Kohen<br />

1999). Molti stu<strong>di</strong>osi sono concor<strong>di</strong> nel credere che la teoria dei ra<strong>di</strong>cali liberi, valida<br />

per molte malattie, possa essere applicata anche all’invecchiamento cutaneo. I<br />

ra<strong>di</strong>cali liberi sono piccole molecole instabili generate da un ambiente fortemente<br />

ossigenato, in cui è richiesta l’azione stabilizzatrice <strong>di</strong> un sistema anti-ossidante.<br />

La pelle <strong>di</strong> soggetti giovani al pari (<strong>di</strong> quella) dei soggetti anziani è esposta a<br />

numerosi stimoli che inducono danno cellulare, ma nei primi c’è sufficiente energia<br />

per riparare eventuali danni al DNA, per promuovere il rinnovo cellulare e inoltre in<br />

tali soggetti sono prontamente <strong>di</strong>sponibile gli enzimi con attività anti-ossidante come<br />

SOD e catalasi. L’invecchiamento comporta una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> energia per il riparo e<br />

il rinnovo cellulare e gli stessi enzimi anti-ossidanti sono meno <strong>di</strong>sponibili.<br />

L’esposizione alla ra<strong>di</strong>azione solare genera ra<strong>di</strong>cali liberi nella pelle e le aree<br />

cronicamente esposte al sole (mani, viso, collo e braccia) sono quelle in cui<br />

l’invecchiamento è più evidente.<br />

Il collagene, importante proteina della pelle, è suscettibile al danno provocato dai<br />

ra<strong>di</strong>cali liberi, danno che comporta la rottura della molecola e la <strong>di</strong>versa formazione<br />

<strong>di</strong> nuovi legami. La conferma del ruolo dei ra<strong>di</strong>cali liberi nell’invecchiamento<br />

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