Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net
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Argomenti <strong>di</strong> chirurgia estetica<br />
dall'epoca egiziana ed ognuno dei canoni della letteratura, da Schack a Hogarth fino<br />
a Romm, possono essere utilizzati più come richiamo per l'arte pittorica o scultorea<br />
che per la pratica chirurgica nella quale resterebbero magari soltanto come guida<br />
<strong>di</strong>mensionale. Coloro che sono sod<strong>di</strong>sfatti delle loro fattezze restano in<strong>di</strong>fferenti agli<br />
stimoli dei confronti esterni e non avranno mai intenzione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il loro "stato<br />
morfologico". Certamente però esistono anche nuove ragioni che spiegano la attuale,<br />
spasmo<strong>di</strong>ca ricerca del bello: mentre la tecnica pittorica o scultorea ha espunto per<br />
secoli qualsiasi ipotesi <strong>di</strong> variabilità <strong>di</strong> un corpo umano da ritrarre, al contrario i volti<br />
moderni anziché statici o <strong>di</strong>agrammatici, e quin<strong>di</strong> collettivi, appaiono flui<strong>di</strong> e<br />
mutanti, e dunque in<strong>di</strong>viduali, come i personaggi virtuali che sorgono innovati ogni<br />
giorno sulle pagine dei giornali e dei me<strong>di</strong>a. Ci sembra dunque necessario ed utile<br />
sostituire il concetto <strong>di</strong> bellezza con quello <strong>di</strong> armonia e sia conveniente riferirsi a<br />
quelle “<strong>di</strong>mensioni proporzionate" <strong>di</strong> cui si parla nella <strong>Chirurgia</strong> <strong>Plastica</strong> considerando<br />
che nessun mezzo elettronico potrebbe estrapolare i significati delle espressioni<br />
"fisionomia attraente“, "atteggiamento elegante”, "<strong>di</strong>stinzione" o "aspetto<br />
piacevole”. Comunque affermare che “bello” è quanto, per aspetto esteriore o per<br />
qualità intrinseche, provoca impressioni gradevoli è corretto ma elude ancora la<br />
definizione del concetto <strong>di</strong> bellezza in sé e d’altronde persino Platone, nel suo Ippia<br />
Maggiore, riuscì soltanto a rendersi conto della relatività del bello. Procedendo dalla<br />
"non bellezza in<strong>di</strong>viduale“ ad una “con<strong>di</strong>zione migliorata”, <strong>di</strong>versa per ogni soggetto<br />
e delimitata dalla sua sod<strong>di</strong>sfazione, si potrebbe anche credere che il criterio<br />
chirurgico sia il solo a consentire la definizione <strong>di</strong> "bello" come massimo correttivo<br />
della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> "non bello“ ricavata dalla somma dell'intensità della percezione<br />
dell'immagine corporea con il grado <strong>di</strong> miglioramento estetico atteso ma il Chirurgo<br />
Plastico,a detta <strong>di</strong> Jack Anderson,deve restare soltanto un buon artigiano anche se il<br />
pubblico talvolta lo incensa come un "artista“: il suo impegno infatti non deve essere<br />
<strong>di</strong> operare sempre in modo eccezionale bensì <strong>di</strong> "non operare mai male“. È possibile<br />
altresì che il Chirurgo resti influenzato dalla sua cultura artistica e dal suo senso<br />
della misura ma non potrà mai applicare regole fisse come se si trattasse <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare<br />
le linee <strong>di</strong> prospettiva per una figura geometrica: la <strong>Chirurgia</strong> Estetica dovrebbe<br />
pertanto essere fondata sui principi generali dell'armonia e della proporzione ma<br />
considerando unico ed irripetibile ogni singolo paziente. La <strong>Chirurgia</strong> Estetica dunque<br />
riconosce in<strong>di</strong>cazioni esclusivamente soggettive ed ha competenze riconducibili non a<br />
quadri clinici patologici ma a tratti morfologici non gra<strong>di</strong>ti al soggetto, compatibili<br />
con la “normalità” ma subor<strong>di</strong>nati a numerose variabili quali il gusto personale, il<br />
profilo psicologico, l’età, la professione, l’ambiente socio-culturale, l’area<br />
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