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Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net

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L’invecchiamento cutaneo<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista clinico il fotoinvecchiamento è caratterizzato da per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

elasticità, aumento <strong>di</strong> rugosità e secchezza, pigmentazione irregolare, profondo<br />

raggrinzimento (corrugamento), formazione <strong>di</strong> vesciche e ridotta guarigione <strong>di</strong> ferite.<br />

I tre principali componenti del derma, collagene, elastina e glicosamminoglicani, già<br />

coinvolti nell’invecchiamento intrinseco, sono protagonisti anche <strong>di</strong> quello<br />

estrinseco.<br />

Il segnale istopatologico maggiore (più importante) del fotoinvecchiamento è il<br />

pesante accumulo <strong>di</strong> materiale cosiddetto elastotico nel derma superiore e me<strong>di</strong>ano.<br />

In tale materiale si ritrovano i componenti della matrice extracellulare che pur<br />

costituendo il <strong>net</strong>work <strong>di</strong> fibre elastiche normale, presentano in queste circostanze<br />

una organizzazione strutturale e una funzionalità notevolmente mo<strong>di</strong>ficate. La<br />

degradazione delle fibre elastiche presenti e la <strong>di</strong>sregolata produzione <strong>di</strong> elastina e<br />

fibrillina cooperano probabilmente nella formazione del materiale elastotico.<br />

-La degradazione delle fibre elastiche è attribuibile all’aumentata attività<br />

dell’elastasi dermica, proveniente dall’infiltrato infiammatorio <strong>di</strong> neutrofili e anche<br />

dagli stessi fibroblasti dermici in risposta alla ra<strong>di</strong>azione acuta UV. Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

istochimico, è chiaramente evidente una deplezione <strong>di</strong> microfibrille intatte e fibre<br />

elastiche nella cute fotodanneggiata. La deposizione <strong>di</strong> nuovo materiale è un evento<br />

che può verificarsi dal momento che è stata rilevata un’aumentata espressione dei<br />

geni per l’elastina e per la fibrillina nella cute fotodanneggiata. Il materiale prodotto<br />

è chiaramente non funzionale e contribuisce alla formazione della massa amorfa<br />

tipica della pelle invecchiata.<br />

Il sistema <strong>di</strong> fibre collagene, includendo il collagene <strong>di</strong> tipo 1 e la decorina è<br />

downregolato nella pelle fotodanneggiata. Infatti alla ridotta produzione <strong>di</strong> collagene<br />

si unisce la degenerazione dell’ambiente circostante ad opera <strong>di</strong> particolari enzimi.<br />

Numerosi dati <strong>di</strong> letteratura sostengono che la riduzione nel contenuto <strong>di</strong> collagene è<br />

dovuta ad una aumentata degradazione. E’ stato inoltre <strong>di</strong>mostrato in vitro che<br />

l’accumulo <strong>di</strong> collagene degradato ha la capacità <strong>di</strong> ridurre l’attività proliferativa dei<br />

fibroblasti e la sintesi <strong>di</strong> collagene.<br />

Gli enzimi ritenuti importanti nella degradazione della matrice nella pelle<br />

appartengono alla grande famiglia delle metalloproteasi (MMP).<br />

L’espressione <strong>di</strong> tali enzimi è indotta da ra<strong>di</strong>azioni UV. Le azioni combinate <strong>di</strong> 4<br />

principali metalloproteasi:<br />

Collagenasi (MMP1);<br />

Gelatinasi <strong>di</strong> 92 kDa (MMP2);<br />

Gelatinasi <strong>di</strong> 72 kDa (MMP9);<br />

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