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Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net

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Le ferite <strong>di</strong>fficili<br />

epiteliale ben <strong>di</strong>fferenziata ed alla corretta reazione del tessuto mesenchimale<br />

sottostante. Solitamente, il destino successivo della riparazione cutanea è la<br />

cicatrice, caratterizzata da un tipico addensamento del tessuto con<strong>net</strong>tivo in cui le<br />

fibre collagene si organizzano in spessi fasci paralleli ma quando per varie ragioni<br />

l’organismo si <strong>di</strong>scosta da questo processo, per <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> riparazione, le ferite<br />

evolvono in ulcere croniche. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> guanto si osserva nelle ferite acute, in<br />

quelle croniche la sequenza or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> eventi riparatori viene sovvertita o<br />

“arrestata” in uno sta<strong>di</strong>o interme<strong>di</strong>o. Ciò che accade nelle ulcere croniche è la<br />

mancanza <strong>di</strong> un’adeguata riepitelizzazione che comporta in genere un<br />

prolungamento dello stato infiammatorio. Quando le cellule dell’epidermide non<br />

riescono a migrare attraverso il tessuto delta ferita, si assiste a una<br />

iperproliferazione ai margini della stessa che interferisce ulteriormente con la<br />

normale migrazione cellulare attraverso il letto della ferita. La comprensione dei<br />

processi cellulari che sottintendono alla guarigione fornisce informazioni preziose<br />

sulle ferite che non guariscono.<br />

Coagulazione<br />

Durante la prima fase, il danno lesivo a carico dei vasi determina la fuoriuscita del<br />

sangue e quin<strong>di</strong> la formazione del coagulo. Lo spazio compreso tra i margini della<br />

ferita viene così ad essere occupato da una ricca rete <strong>di</strong> fibrina, plasma, leucociti ed<br />

altri elementi cellulari ematici. Le piastrine attivate durante il processo <strong>di</strong> emostasi<br />

danno inizio alla guarigione della ferita rilasciando <strong>di</strong>versi me<strong>di</strong>atori solubili, tra i<br />

quali fattori <strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> migrazione cellulare. Questi <strong>di</strong>ffondono rapidamente<br />

dalla ferita attirando nell’area della lesione <strong>di</strong>verse cellule infiammatorie.<br />

All’interno della ferita i fattori <strong>di</strong> crescita stimolano la proliferazione <strong>di</strong> vari tipi <strong>di</strong><br />

cellule (cellule epiteliali, fibroblasti, cheratinociti e cellule dell’endotelio vascolare)<br />

e ne regolano le funzioni, come la produzione delle proteine della matrice<br />

extracellulare che forniscono il substrato per il nuovo tessuto <strong>di</strong> granulazione.<br />

Infiammazione<br />

La coagulazione del sangue e il processo <strong>di</strong> degranulazione delle piastrine danno il<br />

via alla fase dell’infiammazione caratterizzata da una notevole vaso<strong>di</strong>latazione,<br />

aumentata permeabilità capillare, attivazione del complemento e migrazione <strong>di</strong><br />

granulociti neutrofili e macrotagi verso la sede della ferita. I neutrofili e i macrofagi<br />

svolgono un’azione <strong>di</strong> protezione dalla contaminazione batterica e <strong>di</strong> detersione del<br />

sito <strong>di</strong> lesione me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>gestione dei detriti tessutali danneggiati. Essi infatti sono<br />

in grado <strong>di</strong> fagocitare e <strong>di</strong>struggere i microrganismi patogeni e <strong>di</strong> rilasciare proteasi<br />

che degradano i componenti danneggiati della matrice extracellulare.<br />

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