Lezioni di Chirurgia Plastica - Skuola.net
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Tumori maligni della cute<br />
vulva. Nei carcinomi che insorgono su cute fotodanneggiata, l’incidenza <strong>di</strong> metastasi<br />
è bassa. L’incidenza <strong>di</strong> metastasi, prima ai linfono<strong>di</strong>, poi agli organi interni<br />
(polmone, pleura, fegato, scheletro, ecc.).varia a seconda della sede della neoplasia:<br />
se insorge sulla cute , infatti raramente da metastasi mentre se si sviluppa sulle<br />
mucose e nelle aree <strong>di</strong> passaggio cute-mucose metastatizza con alta frequenza con<br />
una sopravvivenza me<strong>di</strong>a a 5 anni pari al 20-25%.<br />
I carcinomi squamocellulari mostrano aspetti istologici non <strong>di</strong>fferenti da quelli insorti<br />
in altri organi. Si osserva una proliferazione <strong>di</strong> cheratinociti atipici che invadono il<br />
derma e mostrano in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione e cheratinizzazione <strong>di</strong>versi a seconda del<br />
grado <strong>di</strong> malignità. Diametro, spessore e livello <strong>di</strong> invasione costituiscono i fattori<br />
prognostici importanti.<br />
La terapia chirurgica costituisce l’atto terapeutico fondamentale che, nei tumori a<br />
basso rischio, assicura una risposta completa nel 95% dei casi. Maggiori <strong>di</strong>mensioni o<br />
se<strong>di</strong> ad alto rischio quali labbra, lingua, genitali, richiedono escissioni più ampie ed<br />
un attento controllo istologico. Ra<strong>di</strong>oterapia, infiltrazioni locoregionali con<br />
interferone -2b, retinoi<strong>di</strong> sistemici, possono essere proposti nei pazienti con elevato<br />
rischio operatorio.<br />
Cheratosi attiniche<br />
Il termine <strong>di</strong> cheratosi attinica o solare è giustificato<br />
dall’effetto mutageno sulla cute delle ra<strong>di</strong>azioni<br />
solari UVB (290-320 nm) che generano <strong>di</strong>meri <strong>di</strong><br />
timi<strong>di</strong>na con conseguenti mutazioni sia <strong>di</strong> telomerasi<br />
che <strong>di</strong> geni soppressivi tumorali quali il p53. Entrambi<br />
questi eventi contribuiscono alla trasformazione<br />
neoplastica dei cheratinociti. Le cheratosi attiniche, quali carcinomi in situ, sono<br />
potenziali precursori del carcinoma squamocellulare invasivo. Il rischio <strong>di</strong><br />
trasformazione è <strong>di</strong> circa l’1%. I fattori <strong>di</strong> rischio sono gli stessi del carcinoma<br />
squamocellulare: fototipo cutaneo basso (I-II secondo Fitzpatrick, dosi cumulative <strong>di</strong><br />
ra<strong>di</strong>azioni solari alle quali ci si è esposti nel corso della vita, sesso maschile ed età<br />
avanzata. Il rischio <strong>di</strong> progressione aumenta con l’aumentare del numero complessivo<br />
delle lesioni nel singolo paziente. Le lesioni appaiono come piccole papule o placche<br />
eritematose, spesso multiple e <strong>di</strong> forma irregolare, da 1 a 2.5cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione,<br />
sovrastate da una piccola squama aderente, localizzate pressoché esclusivamente in<br />
se<strong>di</strong> fotoesposte quali il viso, il cuoio capelluto dei soggetti calvi, il collo, il dorso<br />
delle mani, la superficie estensoria degli avambracci, meno frequentemente delle<br />
gambe. Istologicamente, le cheratosi attiniche mostrano una proliferazione <strong>di</strong><br />
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