“SEPARAZIONE PATRIMONIALE E AUTONOMIA PRIVATA”

icorderà non è unanime - esclusivamente l'azione revocatoria ordinaria e fallimentare.
Luce ulteriore si guadagna con il confronto della fattispecie di cui agli art. 2447 bis c.c.
e ss. con il fondo patrimoniale. In quest'ultima ipotesi i creditori anteriori alla
destinazione sembrano assai sacrificati in quanto non dispongono di strumenti di tutela
preventiva come quello di cui all'art. 2447 quater c.c.. Tuttavia non si può fare a meno
di notare come nel fondo patrimoniale la destinazione cui possono essere vincolati i
beni è preselezionata dal Legislatore che la individua nella possibilità del conferente di
destinare, con effetti anche nei confronti dei terzi creditori, parte delle sue sostanze alla
cura dei bisogni di una famiglia legittima. Il sacrificio è imposto ai creditori anteriori
alla destinazione è giustificato dal rilievo accordato, già sul piano costituzionale,
all'interesse perseguito dal fondo patrimoniale. La conclusione appare vieppiù esatta ove
si consideri come, a norma dell'art. 170 c.c., i creditori anteriori alla destinazione, il cui
titolo sia comunque inerente ai bisogni della famiglia, potranno ugualmente agire sui
beni conferiti nel fondo.
Nella ipotesi dei patrimoni di cui all'art. 2447 bis c.c. l'interesse è lasciato, salvi i limiti
precisati, alla assoluta discrezionalità della società costituente. A tale atipicità
corrispondono, a tutela dei creditori della società, gli strumenti accordati dagli art. 2447
quater e quinques c.c.
Nelle destinazione patrimoniali in senso proprio il legislatore sembra seguire due
modelli di tutela dei creditori. Il primo, caratteristico del fondo patrimoniale, è costituito
dalla selezione di un interesse particolarmente pregnante e rilevante sul piano
costituzionale. Quando l'interesse della destinazione è lasciato alla determinazione dei
privati, l'ordinamento accorda invece ai creditori, un'azione di difesa preventiva 162 .
162 Similmente P. IAMICELI, Unità e separazione dei patrimoni, p. 181-182
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