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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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o commerciale. Avvenuta la coagulazione,<br />

si procede alla rottura della cagliata<br />

per mezzo dello spino, con formazione<br />

di granuli della dimensione<br />

di una nocciola le quali vanno incontro<br />

ad un processo di sosta relativo a<br />

qualche minuto. Successivamente, si<br />

procede alla raccolta manuale della<br />

cagliata, dalla quale si elimina il siero<br />

in eccesso e si pone ad acidificare.<br />

L’acidificazione non ha un tempo<br />

predefinito ma dipende dalle condizioni<br />

ambientali e climatiche del momento,<br />

questo può influenzare il sapore<br />

del prodotto. L’acidificazione generalmente<br />

avviene in un intervallo di<br />

tempo che varia dalle 4 ad un massimo<br />

di 48 ore in funzione del peso della<br />

“tuma” e delle condizioni climatiche.<br />

Quando la tuma ha raggiunto il<br />

giusto grado di acidificazione e maturazione,<br />

viene sezionata e immersa in<br />

acqua alla temperatura di circa 85°C,<br />

questo processo precede la fase di filatura.<br />

Per comprendere se la tuma ha<br />

raggiunto il momento della fase di filatura,<br />

si fanno in successione, a brevi<br />

intervalli di tempo, degli assaggi, immergendo,<br />

dei campioni, in acqua<br />

quasi bollente (85°C) per verificare se<br />

si allungano in fibre elastiche cioè se<br />

avviene la filatura. A questo punto il<br />

casaro conferisce la tipica forma allungata<br />

a doppia testa o ovoidale al<br />

caciocavallo.<br />

L’operazione caratteristica consiste<br />

nella formazione di una specie di<br />

cordone che viene plasmato fino a<br />

raggiungere la forma voluta, mentre la<br />

modellazione della forma si ottiene<br />

con movimenti energici delle mani,<br />

per cui la pasta viene compressa in<br />

modo tale da avere la superficie esterna<br />

liscia, senza sfilature né pieghe, e la<br />

parte interna senza vuoti. La chiusura<br />

della pasta si esegue immergendola<br />

per un istante nell’acqua bollente,<br />

mentre con il pollice e l’indice si completa<br />

l’operazione che dà la tipica forma<br />

al formaggio. Le forme di caciocavallo<br />

così plasmato vengono quindi<br />

immerse in un recipiente di acqua fresca<br />

per qualche minuto per poi essere<br />

passate in un altro recipiente di acqua<br />

e sale (la cosiddetta salamoia), dove<br />

vengono lasciate riposare il tempo utile<br />

affinché il formaggio assorba il sale<br />

necessario alla stagionatura. Tolta dalla<br />

salamoia, la forma di caciocavallo,<br />

legata a coppie, con legacci in giunco<br />

o rafia, viene appesa su delle pertiche<br />

ad asciugare nel classico sistema “a<br />

cavalcioni”.<br />

La durata minima del periodo di<br />

stagionatura varia da uno, tre giorni<br />

(dipende dalle condizioni climatiche)<br />

a qualche mese a seconda del gusto di<br />

stagionatura che si vuole dare. Per la<br />

stagionatura ottimale del caciocavallo<br />

sono necessari dei locali freschi e ventilati<br />

con una temperatura non superiore<br />

ai 18°C. Il caciocavallo a due teste<br />

si consuma freschissimo, entro pochi<br />

giorni dalla produzione, mentre la<br />

versione dalla forma classica ovoidale<br />

e con una sola testa, resiste a stagionature<br />

più lunghe.<br />

Il Caciocavallo di Ciminà presenta<br />

una crosta, di colore bianco avorio, di<br />

consistenza più o meno dura, rugosa<br />

e lucida; la pasta, con occhiatura scarsa,<br />

è friabile, scagliosa, di colore bianco-paglierino<br />

oppure giallo oro se stagionata<br />

a lungo; il sapore è dolce e<br />

burroso a media stagionatura, più<br />

piccante e salato a stagionatura avanzata.<br />

La produzione di questo formaggio<br />

avviene tutto l’anno, ma è da marzo<br />

a giugno, quando i pascoli sono<br />

floridi di essenze mediterranee, che si<br />

ottengono i risultati migliori.<br />

Il Caciocavallo di Ciminà è un prodotto<br />

“DeCo” istituito dal comune di<br />

ALIMENTI<br />

Ciminà nel 2008. DeCo (denominazione<br />

comunale) non è un marchio di<br />

qualità, ma la carta d’identità di un<br />

prodotto, un’attestazione che lega in<br />

maniera anagrafica un prodotto/produzione<br />

al luogo storico di origine. Il<br />

Caciocavallo di Ciminà è stato inserito<br />

dal ministero delle Politiche agricole<br />

nell’elenco dei Pat (Prodotti agroalimentari<br />

tradizionali) della Calabria,<br />

e dal 2011 è uno dei Presidi Slow Food<br />

della regione.

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