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Journal of Italian Translation

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<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />

limpidamente stampate nel sole<br />

del mattino, ora oscillanti sui poveri<br />

trampoli del ricordo. Non ci vuole<br />

molto per capire che i passeggeri<br />

sanno poco o niente di cìò che duole<br />

nella nostra memoria, che per loro<br />

Auschwitz è un nome come tanti, un suono<br />

senza storia. Li sento, più leggeri<br />

dell’aria, sfiorarmi, fendere il buono<br />

dell’aria, oh non esuli, frontalieri<br />

dell’aria in viaggio fra la nebbia e l’oro.<br />

*<br />

Mio male, mio bene, così vicini<br />

ormai che tante volte vi confondo,<br />

che risse facevate quando il mondo<br />

era pieno di luce e i teatrini<br />

del cuore non scritturavano ombre<br />

ma angeli e demoni in carne e ossa<br />

e da tutte le parti, nella fossa<br />

di chi rammenta, nelle quinte ingombre<br />

di macerie, nei cessi, nel foyer<br />

annerito dagli incendi ferveva<br />

l’incauta vita... Certo, si solleva<br />

ancora il sipario, ogni sera c’è<br />

spettacolo – ma senza vincitori<br />

né vinti, senza sangue, senza fiori.<br />

L’autunno ha a volte luci così terse<br />

e, sugli alberi, rossi di così<br />

atroce dolcezza che il cuore si<br />

spezzerebbe vedendoli. In diverse<br />

più innocue incombenze dunque si finge<br />

assorbito e lascia che siano gli occhi<br />

a incantarsene, a impregnarsene, sciocchi<br />

e intrepidi come sono... Poi stinge<br />

*

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