Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 12.pdf - Bibliotheca ...

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job CHI il primo Cardinale diacono , dopo la restaurazione, fu Luigi marchese di Gerace, figlio di Ferdinando V re di Aragona, elevato alla porpora nel i 5 19 dallo stesso Leone X. Sot- to il di lui glorioso pontificato, in una casa soggetta alla parrocchia si manifestò una miracolosa immagine della Madonna, la quale pei gran prodigi che operò, fu in essa tras- portata. Già esisteva per altro l'altra antica e divotissima immagine della beata Vergine dipinta da va- lente pennello su tavola nella tribuna del coro, col santo bambino in atto di benedire, e dai lavoro si tiene per certo, che sia quivi collo- cata dai monaci greci allorché, fug- giti dall' Oriente, si stabilirono in questa chiesa. Porla in caratteri greci una iscrizione, che significa: Virgo Mater Dei. Tale immagine fu celebrata dal gran Cardinale Ba- ronio, e riscosse sempre la venera- zione del popolo romano, che la riguarda per una delle più insigui di Roma. In un al bambino, dal capitolo vaticano fu coronata con corona d'oro. Carlo Castelli mantova- no, benemerito canonico della collegiata nel iG38 la celebrò con una iscrizione. Sulla porta, nell' interno della chiesa , eravi altra antichissima immagine di Maria ss. fatta in mosaico, donata dal detto capitolo vaticano ad Antonio Ghezzi, canonico decano della collegiata nel i635, dalla cui iscrizione si legge che fu fatta nel 705 sotto Giovanni VII, e posta nella sua cappella del presepio, colla effigie da un lato del medesimo Papa. In seguito tal mosaico fu traspor- tato in sagrestia. Altri benefattori di questa chiesa furono i seguenti Car- dinali diaconi : Giacomo Savelli di Roma, Vincenzo Gonzaga, il quale perchè il segretario edificato daNico- Clll lo I per la vecchiezza era rovinato, edificò il coro per l'inverno dedicandolo a s. Gio. Battista, senza men- tovare altre beneficenze, come il ci- niiterio ec. Ai suddetti si devono aggiugnere : Ascanio , e Girolamo Colonna, Leopoldo de Medici, Carlo Barberini ec. Il Cardinal Annibale Albani nipote di Clemente XI nel 1 7 1 8 vi eresse la facciata, e rinnovò il portico con disegno di Giu- seppe Sardi. Quel Pontefice ne fu pure benemerito, dappoiché nel 1715 fece abbassare la piazza, rialzò il piano della chiesa, ch'era sepolto circa otto palmi sotto di essa, e la ridusse in miglior forma. Inoltre fece nella piazza una bella fontana architettata dal Bizzaccheri , e un fontanile da un lato. L'altro nipote di Clemente XF, il Cardinal Ales- sandro Albani, nel 1727, vi eresse il fonte battesimale. Delle insigni reliquie di questa chiesa, parla il citato Piazza a pag. 771. Mentre n'era titolare il Cardinal Antonio Frosini, vi furono operati molti ristami , ed ottenne dal Pontefice Leone XII l' incorpo- razione delle rendite del capitolo della chiesa di s. Anastasia (Vedi), nel modo che dicemmo a quell'articolo. Il medesimo Cardinale la be- neficò in vari modi, le donò ricchi paramenti, e costruì il bellissimo organo. Mirabile è la torre delle campane, o campanile per la sua altezza , forma quadra e antichità che rimonta all'ottavo secolo , non potendosi stabilire se lo edificasse Adriano I, o Nicolò I. Sulla pianta di questa chiesa è a leggere quanto scrive il Piazza a pag. 77-4j oye ne riporta il disegno. Ritenendo in gran parte le forme delle chiese orientali di rito greco, delle parti che compongono tali edifici, abbiamo fatto ,
CHI parola all'articolo Chiesa (Fedi). Sopra tutti va consultato Gio. Mario Crescimbeni sulla storia di questa basilica, ch'egli produsse in tre opere, cioè: Istoria della basilica diaconale collegiata di s. Maria in Cosmedin di Roma , Roma 1 7 1 5; Istoriche notizie della b. Vergine titolare della basilica di s. Maria in Cosmedin , estratte dall' istoria e dallo stato di detta basilica, Roma 1722; Stato della basilica diaconale collegiata, e parrocchiale di s. Maria in Cosmedin di Roma nel presente anno 17 19 descritto, Roma 1 7 1 9. Questo rispettabile letterato che è qui sepolto, prima fu canonico e poi arciprete di questa chiesa. Fra le sue benemerenze evvi quella di avere nel 1 7 1 7 riaperta, dopo essere stata chiusa per duecen- t'anni, e perciò da molti ignorata , la confessione, come si vede in altre basiliche, ove riposa il corpo di s. Cirilla, figlia dell'imperatore Decio. La fornì di doppia scala , l'abbellì vi fece consacrar l'altare, e l'arric- chì con molte reliquie. La chiesa è a tre navi con antiche colonne, dalla disposizione delle quali vuoisi ritenere che l' antico e- difizio sia stato piuttosto un portico, che un tempio, come tanti asse- riscono. Di bel lavoro sono i capi- telli; il presbiterio è elevato, cogli amboni ai lati secondo la forma delle primitive chiese : l'altare prin- cipale è coperto da un baldacchino sostenuto da quattro colonne di gra- nito rosso. Nel fine della chiesa si veggono da ambo i lati della porta due sassi rotondi di marmo nero, con un ferro in cima, che servivano per istraziare i santi martiri. Nel mezzo del coro evvi una sedia di marmo con due leoni accanto di marmo bianco , in cui sedettero i , CHI , 07 Pontefici, e i Cardinali diaconi nel celebrarvi le sacre funzioni. Final- mente, fra i benefattori di questa insigne chiesa, va rammentato certo Alfano, camerlengo di s. Chiesa, sepolto nel portico, il quale fece eseguire il pavimento a mosaico con bellissime e variate pietre. Le migliori però di quelle pietre furono tolte da mani rapaci. Oltre le prin- cipali feste della b. Vergine, nel primo giorno di quaresima, vi è la stazione. S. Maria inDomnica, diaconia Car- dinalizia, in cura de'monaci greco- melchiti, nel none Cdmpitelli, sul monte Celio, detta la Navicella. Qui fu la casa di s. Ciriaca ma- trona romana, che alloggiava i cri- stiani perseguitati per la fede ed avendo donato tutto il suo alla chiesa, ridusse la stessa casa in sa- cro tempio, consacrato poi da san Silvestro I. Si chiama questa chiesa in Domnica, o in Dominica. La- sciando diverse inverosimili inter- pretazioni, dee .ritenersi piuttosto che siccome il nome di Ciriaca, dalla quale fu fondata , significa Dominica, così è lo stesso il dire s. Maria in Ciriaca, che s. Maria iti Dominica. Dicesi poi in Navicella da quella nave di pietra, che sta dinanzi la chiesa, forse eretta per ornamento, o per voto alla b. Vergine da qualche navigante, ovvero per alludere alla medesima ss. Vergine, chiamata stella del mare. Leone X tolse l'antica navicella di marmo, eh' erasi spezzata , e ve ne pose una copia, però inferiore nella scultura. In questa parte meridiona- le del Celio erano gli alloggiamenti de'soldati stranieri, chiamati Castra pcregrinonan ; ma più di frequente
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