Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 12.pdf - Bibliotheca ...

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iqG chi Fuori della via Aurelia (dui vi- ri iiu colle chiamata pure gianico- lense, ed anco pancraziana a cagione di questa chiesa, che diede pur nome alla porla Aurelia di Roma), trovasi il cimiterio di s. Calepodio, da lui eretto in un suo podere, o ristorato ed ampliato. Divenne esso celebre per esservi stati sepolti i santi Pontefici Calisto I, e Giulio I, ed un gran numero di martiri, Tanto a questo cimiterio che a questa chiesa si giunge per la via A ilellia, cos'i chiamata dalla illustre famiglia romana di tal nome, che la fece e ristorò, come si ha da Sve- tonio. Vuoisi pure, che s. Felice II, eletto nell anno 355, in onore di s. Felice I, che patì il martirio nel- 1 anno '275, e sul cimiterio, edificas- se e consagrasse una chiesa, presso la quale volle egli pure essere se- pollo. Questa chiesa di s. Felice altra non può essere, secondo che congettura il Papebrochio, in Conatii ad Calai, ss. Poni. pag. 38 se non la odierna chiesa di s. Pan- crazio. L' essere da alcuni posta la chiesa di s. Felice nella via Porluense , e da altri nella via Amelia, non osta, che sia la medesima , imperocché 1' una e l'altra strada si dividono a s. Pancrazio , come si osserva nel Fabretti, De aquis et aquaeducl. veteris lìomac, Dissert. 3. Vessasi jl medesimo Papebrochio , che ne tratta eruditamente nel luogo citato. Il Bosio però, nella sua Roma sotterranea lib. II, cap. 16, pag. 119, malgrado le diligenze da lui latte, confessa di non aver trovato ne vestigio, ne memoria, tanto del cimiterio quanto della chiesa di s. Felice, l'uno e l'altra posti nella via Portuense. Il Panciroli poi ed altri sono di avviso, che sul cimi- , • esservi C 11 I leiio di Calepodio s. Felice I edi- ficasse una chiesa, ove poscia fu sepolto, per cui si disse anche cimiterio di s. Felice I ; ma che per slato riposto dopo circa tren- t'anni il corpo di s. Pancrazio, dalla nobile matrona Ottavilla, comin- ciarono la chiesa, la via, e la porta col di lui nome ad essere chiamate, per la gran divozione che contrasse il popolo verso di lui. Questo santo giovinetto, essendo orfano, dalla Fri- gia si portò in Roma, ove dicesi fosse battezzato da Papa s. Marcellino, e dove presso questo luogo patì glorioso martirio nelle persecu- zioni di Diocleziano e Massimiano. S. Simmaco, verso l'anno 5oo, ri- fabbricò la chiesa, e la dedicò a S. Pancrazio, non solo per la sua invitta costanza nel confessare la fe- de, ma pei prodigi, che Dio ope- rava a di lui intercessione , raccon- tando s. Gregorio di Tours, nel lib. dei Maiiir. cap. 3o, che gli sper- giuri si conducevano al sepolcro di s. Pancrazio, e ne ricevevano il ca- stigo. Narra l'Anastasio, che Narscte _, famoso capitano dell'imperatore Giu- stiniano, nell anno 555, dopo aver discacciato i Goti da Roma , col Pontefice Pelagio I fece una solenne processione da questa chiesa alla basilica vaticana, ove il Papa si purgò con un pubblico giuramento della calunnia di essere contrario a Vigilio suo immediato predecessore. Papa s. Gregorio I in questa chiesa, ai 1 1 maggio, giorno della fe- sta di s. Pancrazio, recitò la 72 omelia, e vedendo che non era ben ufliziata la chiesa dai preti secolari, ne li rimosse, e vi costituì un mo- neterò di monaci benedettini di Monte Cassino nel 5g4, allorché i longobardi distrussero quell" insigne
CHI monistero. Raccomandò all' abbate Mauro il culto della medesima con queste paiole : Scd et hoc prae om- nibus ritrae tuae sit, ut ibi ad sacra' ùssìmum corpus b. Pancratii quoti- die opus Dei peragatur. Per volere dello stesso Pontefice la chiesa, e il monistero divennero una delle venti abbazie privilegiate, i cui abbati assistevano al Sommo Pontefice quando celebrava solennemente. Il men- tovato Bosio, lib. 2, cap. io, fa menzione di un'antica iscrizione, che si leggeva nel musaico della tribu- na fatto da Onorio I, creato nell'anno 6i5, quando restaurò dai fondamenti la chiesa, in quell' iscrizione chiamata basilica. Rammenta pure, che il corpo del santo, quod ex obliquo aulae jacebat, altari insi- gnibus ornalo melallis, loco proprio collocavit. Sotto l'altare, che sta nel capo di questa chiesa, giaceva il corpo di s. Vittore martire, dal cui nome vennero eziandio chiamati la chiesa e il monistero, dicendoci l'Anastasio , che appellavasi il monistero de'ss. \ ittore e Pancrazio. JNel- la vita di Adriano I del 772, si legge che ristorò questa chiesa: Basilicam b. Pancratii rnart. minia vetustate dirutam, atipie ruinis praeveulam, idem Almificus in integrimi a novo nimio decore, cum monasierio s. Victoris ibidem sito rcstauravìt. Al medesimo monistero di s. Vit- tore si legge, che s. Leone III, fio- rito nel 795, diede un ciborio di ar- gento, e diversi donativi riferiti dal- l' Anastasio. Innocenzo III, nel 1204, vi fece coronar re d' Aragona, dal Cardinal Pietro Galluzzi vescovo di Porto agli 1 1 novembre, Pietro II, ovvero lo fece ungere e consagrare re, coro- nandolo poi il Pontefice nella basilica vaticana, e vestendolo delle CHI 197 regie insegne, per cui il re fece il suo reame tributario alla santa Se- de. Altri dicono che la coronazione pure seguì in questa basilica di s. Pancrazio. I benedettini non man- carono di custodire la chiesa diligentemente ; ma essendo stato restaurato il loro monistero di Mon- te Cassino, fecero a quello ritorno nel 1257, per cui Alessandro IV dichiarò 1' abbazia immediatamen- te soggetta alla santa Sede. In questa medesima chiesa nel i4n» Gio- vanni XXIII ricevette Lodovico d'A li- gio, da lui riconosciuto re di Na- poli, contro il competitore Ladislao. Dopo che questa chiesa passò sotto l'immediata giurisdizione de' Papi, fu da essi conceduta alle monache cisterciensi, che vi dimorarono cen- tottanta anni , finché 1' abbadessa Margherita, nel 1 438, cede la basilica e il monistero ai religiosi dell'Ordine de'ss. Barnaba ed Ambrogio del Bosco, detti ad Nemus, ma essi non ebbero quella cura che ri- chiedeva luogo cosi insigne. Dipoi, allorquando nel 1 S 1 7 , Leone X creò trentuno Cardinali, eresse la chiesa in titolo Cardinalizio, e pei primo la conferì al Cardinal Ferdinando Ponzetti dottissimo, che mo- rì nel 1027 di cordoglio, per essere stato spogliato nel tremendo saccheggio di quell' anno. Vuoisi ancora, che Leone X vi ponesse la sta- zione, la quale tuttora celebrasi nella domenica in Albis. Paolo III, nel i536, creò prete Cardinale di s. Pancrazio , Giampietro Caraffa, il quale passando poi ad altri titoli nel i555 divenne Papa Paolo IV. Però succedendo a Paolo IH, il Pontefice Giulio IH, nel i55o, unì questo titolo a quello di s. Clemen- te, cioè nel dì ultimo di febbraio, per cui il Cardinal titolare di s. Clemen- ,
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