Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 12.pdf - Bibliotheca ...

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* . 8 CHI quelle dell'arco di Placidia della stessa qualità non venata detta comunemente marmo salino. Il pavimento componevasi di frammenti di antiche iscrizioni, che il p. d. Corne- lio Margarini cassinese raccolse in un libro. V. X Illustrazione dì due iscrizioni trovate nella basilica di s. Paolo nella via ostiense, del can. Giuseppe Settele, Roma i83i. Nel- le cinque navate non vi erano altari, eccettuati due di disegno goti- co, con basso rilievi, ma non piìi in uso, forse a cagione dell umidità del tempio, cagionala dal prossimo Tevere, e dalle frequenti inondazio- ni che ivi si estendevano. Nel lato sinistro de' gradini sui quali ascen- devasi all'altare papale, o confessio- ne, eravi una statua di Bonifacio IX, eretta dai benedettini pei gratitudi- ne, e poi nel XVII secolo rialzala da una discendente di quel Ponte- fice , Lucrezia Colonna Tomazzelli. La travatura del soffitto sembrava una selva di legname, e nella sola nave di mezzo eranvi due ordini di travi di abete di una grandezza smisurata, cioè in numero di qua- ranta e quasi tutti di un pezzo lunghi ciascuno cento venti palmi , il che destava sorpresa e meravi- glia. Il Cancellieri nelle sue Dis- sertazioni epistolari, bibliografiche, a pagina ig6 riporta erudite notizie sul maraviglioso sollitto, facendone con misure il paragone con quelli delle più glandi chiese di Roma; ed osserva che quando fu rifatto sotto Innocenzo \ 11 il quale nell'anno i 4o4 successe al detto Bonifacio IX, ìiell" erezione delle cava Ha ture, vi concorsero alcuni rioni di Roma, e particolari cittadini, per cui su diverse travi s' incisero le memorie ilei benefattori che le .somministra- rono. , CHI Ma questa sagrosanta basilica, che, come si esprime il Piazza nel Me- ìiologio a pag. 120, e nell' Eortero- logio a pag. ^54, era l' unica chiesa di Roma, la quale conservasse l'antica forma e maggior numero di memorie della sua primaria fondazione costantiniana, e riscuoteva la vene- razione de' fedeli, a cagion del fuoco distruggitore, meno l'altare papale, il tabernacolo miracolosamente restati illesi, le cappelle del ss. Sa- gramento, e del ss. Crocefisso, la facciata esterna, il campanile , e il contiguo monistero, oltre le sagre reliquie per tratto mirabile della Provvidenza, miseramente perì nella notte del martedì venendo il mercoledì 1 6 luglio dell'anno 1823. Per incuria pertanto di due lavo- ranti, che lasciarono sul tetto del fuoco, questo trasportato dal vento si propagò rapidamente, e produsse un totale ed orridissimo incendio, che, meno le suddette cose , tutto distrusse, e inceneri persino i mar- mi, pitture, e bronzi, né ad onta di qualunque sforzo si potè impedire si fatalissimo disastro. Questa higiimevole disgrazia, che privò, in sole cinque ore, Roma di un tempio celebratissimo per antichità, e ricchezza, durato incontro alle vi- cende dei tempi per lo spazio di circa quindici secoli, avvenne negli ultimi giorni del pontificato di Pio VII, Chiaramonti, il quale nel contiguo monistero de'Cassinesi, aveva professata la regola di s. Benedetto, alloi quando vi aveva insegnato fi- losofia. A questo glorioso Pontefice, che bevette il calice di tante ama- rezze, una sola se ne risparmiò, perchè durante la malattia di lui venne occultato l'avvenimento, che sparse per tutto il cristianesimo acerba tristezza. La venerabile, e impor-
CHI tante memoria di sì velasi o e prezio- so monumento si legge negli autori che scrissero delle chiese di Roma, massime nella dotta e completa illustrazione, con istoria pubblicala pel primo in Roma con rami di piante e disegni, nel i8i5, da monsig. Ni- cola Maria Nicolai, con questo tito- lo : Della basilica di s. Paolo. Sa- rebbe poi desiderabile che fossero stampate, l' interessante Storia della basilica, del celebre p. abbate don Giuseppe Giustino di Costanzo Cas- sinese, e le Memorie della basilica di s. Paolo, divise in trenta disser- tazioni, secondo il piano di detto abbate, con un'appendice di vari inni in onore del Dottore delle genti, e con due biblioteche, una alfabetica degli autori, i quali hanno trattato del santo apostolo, e l'altra per ordine delle materie, secondo il progetto stampato neh" Effemeridi romane di giugno del 1823, del eh. France- sco Cancellieri. Nel settembre del 1 745, il p. abbate Pietro Paolo Ginanni Cassinese trattò Della fondazione della basilica di s. Paolo, e delle pitture e musaici di essa, nel- l'accademia di Storia ecclesiastica tenuta alla presenza di Benedetto XIV. La relazione poi esatta e ve- ridica delle circostanze, che prece- dettero il fatale incendio della basilica di s. Paolo fuori le mura di Roma, con alcune notizie intorno alla sua ibridazione, ed ai danni che soffri, fu pubblicata dal Diario di Roma, numero 5o, dell'anno 1823. Si rileva da tal relazione che due stagnari ponevano i canali di rame alle grondaie del tetto della nave grande, e precisamente nella terza trave che riguarda verso l'orto il monistero , prossimo alla facciala della basilica, e che partirono dal CHI 2 , 9 lavoro prima delle ore ventitré, e che solo dopo le ore quattro della sera il bultaro Giuseppe Perna si avvide dell'incendio, laonde avvisa- ti i custodi della chiesa, e la guar- dia de'pompieri, si poterono salvare la ss. Eucaristia, le due cappelle del ss. Sagramento, e del ss. Crocefis- so, il monistero, e pochi altri resi- dui di tanto rinomata basilica. Pumarchevole è poi lo stato delle colonne dopo l'incendio, la maggior parte cadute, altre calcinale, scaglia- te, e sfaldate, essendo poche quelle, le quali rimasero in istato di ser- vire , benché avessero sofferto. Riedificazione della, basilica dì s. Paolo, e stato presente della medesima. 11 disgraziato avvenimento del- l'incendiata basilica ostiense fu se- guito dalla morte di Pio VII ac- caduta ai 20 agosto 1823. Piacque alla divina Provvidenza dargli pre- sto in successore ai 28 settembre Leone XII, della Genga, il quale subito rivolse il magnanimo pensie- ro di fare risorgere la basilica an- cor fumante nelle sue venerabili ceneri, le cui rovine destarono in lui il più caldo zelo, e glorioso im- pegno di sollecitamente ripararvi. Nulla badando agli insormontabi- li ostacoli che gli si presentarono, diede opera perchè risorgesse la basilica splendida e magnifica il più possibile. Trovando però l' erario esausto , ad esempio di Bonifacio IX, Martino V, Eugenio IV, Giu- lio li, Leone X ed altri Pontefici, che avevano invitato i cattolici a somministrare sovvenzioni per le ri- parazioni ddle basiliche dei principi degli apostoli, Leone XI 1 ai 2Ì1 gennaio 1825 diresse ai patriarchi, pi t-
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