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cui
Silvagni, e poscia collocò nel palaz-
zo apostolico lateranense. Il secondo
vi figurò quell'apostolo in atto di
adorare la croce prima di essere
crocefisso. Si vuole, che iu questa
cappella, o nella precedente, s. Gre-
gorio I recitasse alcune omelie.
La terza chiesina, od oratorio, è
dedicata a s. Barbara, ed ha due
colonne di giallo breecialo. Il Car-
dinal Baronio la restaurò, e vi mise
in fondo la statua di s. Grego-
rio I sedente, abbozzata, o diretta
da Michelangelo, ed eseguila dal
Cordieri. Antonio Yiviani da Urbino
a fresco dipinse le pareti. Plesso
di questa cappella si vuole, che dor-
misse il santo Pontefice; ivi si conser-
va ancora la tavola di marino, sulla
quale imbandiva la mensa ai pene-
ri pellegrini, nella qua) pratica ven-
ne imitato dai suoi successori.
Tanto queste tre cappelle che la
chiesa sono in grande venerazione
per le antiche memorie ecclesiasti-
che, e per le indulgenze postevi dai
Sommi Pontefici. Sono frequentate
con gran divozione nell' ottava dei
fedeli defonti, e, nel secolo decorso,
ogni anno solevano recarvisi i Pon-
tefici Clemente XI, Innocenzo XIII,
e Benedetto XIII, per non dire di
altri. INel medesimo secolo passato, come
si legge nei Diari Wi Roma, nella
mattina dell'anniversario de'fedeli de-
fonti, dopo la cappella, i Cardinali
visitavano questa chiesa, che gode
l' indulgenza della stazione nel terzo
giorno di quaresima, postavi da Clemente
Vili, Aldobrandinì. A' nostri
giorni poi Leone XII vi pose quel-
la di s. Silvia ai 3 novembre, e
1 altra di s. Andrea apostolo ai 3o
di detto mese. Quando ai 22 otto-
bre del 1826 in questa chiesa il
Cardinal Bertazzoli consagrò in ar-
civescovo di Lieso l'attuale vescovo
cui
di Osimo e Cingoli Cardinale Giovanni
Soglia, il Pontefice Leone XII
si recò subito dopo la funzione nel-
la chiesa, ascoltò la messa del p. d.
Gerardo Sagredo, ora abbate ca-
maldolese, e poscia passando a vi-
sitare le cappelle, recatosi in que-
sto monistero , volle assidersi alla
mensa coi suddetti, col Cardinal Cap-
pellai-i, colla monastica famiglia ed
altri, e poscia volle vedere la scel-
tissima biblioteca, e molti preziosi
codici. Laonde , per grata memoria,
i Cardinali camaldolesi don
Placido Zurla, e d. Mauro Cappel-
laio, nel luogo ove s'imbandì la
mensa, eressero analoga marmorea
iscrizione.
Lo stesso Leone XII conferì la
commenda abba/.iale di s. Gregorio,
cioè delle tre Cappelle, in perpetuo
al capitolo di s. Maria Maggiore
coi relativi pesi, e colla conservazione
di esse. Le rendite erano prima
amministrate dagli spogli. Gli ultimi
abbati commendatari furono i Car-
dinali Braschi, che nel 1775 diven-
ne Papa Pio VI, e Gianfrancesco
Albani. Nel monistero camaldolese
fiorirono molti grandi uomini, per
sapere, virtù, e santità di vita, e da
ultimo tre, che n'erano stati abba-
ti, furono annoverali al sagro Collegio,
cioè Andrea Giovannetti, Mau-
ro Cappellai-i, regnante Pontefice, e
l' altro vivente Ambrogio Bianchi.
Il secondo, non contento di avere
arricchita la chiesa di preziose reli-
quie e suppellettili, per mezzo del-
l' architetto cav. Gaspare Salvi, ne
riabbellì l'atrio, restaurò i sepolcrali
monumenti che all' intorno lo fregiano,
e che erano stati per la mag-
gior parte deturpali, o dispersi nei
miseri tempi del repubblicano deli-
rio. Pur troppo per sempre fu tolto
quello di bronzo di Lorenzetto , per