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Oggi Domani Anziani - Cisl

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REGIONI E TERRITORI ALLA RICERCA DI UNA BUSSOLA PER LA FAMIGLIAPer iniziare ad invertire la rotta la famiglia deve essere il soggettoprotagonista di un insieme di politiche: dei redditi, del lavoro, deisevizi, dell’abitare, perché è anche attraverso la sua promozione e tutelache si produce crescita e coesione sociale, cioè sviluppo in sensopieno, offrendole le opportunità necessarie a poter effettuare liberamentele scelte nei diversi cicli di vita, supportarne le funzioni a secondadegli effettivi bisogni che essa esprime e tenendo conto delle risorseinterne.Servono politiche di welfare familiare che giochino su tutta la tastieradegli interventi perché è evidente che la scarsità di servizi diwelfare ed il loro costo elevato, l’irrigidimento dell’organizzazioneaziendale e del tempo di lavoro, la contrazione del reddito disponibile,l’assenza di adeguati trasferimenti (diretti o di natura fiscale) rischianonon solo di minare la tenuta delle famiglie, ma anche lo sviluppodell’intero Paese.Nel recente Rapporto Istat su ”la conciliazione tra lavoro e famiglia”risulta, infatti, che sono oltre un milione le persone inattive chesarebbero disposte a lavorare se potessero ridurre il tempo impegnatonell’assistenza e accudimento, così come la mancanza di servizi disupporto nelle attività di cura rappresenta un ostacolo per il lavoro atempo pieno di 204 mila donne occupate part time (il 14,3%) e perl’ingresso nel mercato del lavoro di 489 mila donne non occupate(l’11,6%).Come per le madri occupate, anche per quelle che non lavorano, l’inadeguatezzadei servizi per la cura dei bambini è dovuta soprattutto alcosto troppo elevato delle strutture e alla loro assenza sul territorioIn complesso, 693 mila donne (il 3,5% del totale della popolazionefemminile tra 15 e 64 anni) potrebbero cambiare la propria posizionerispetto al mercato del lavoro se avessero servizi adeguati.Ciò richiede una strategia integrata di valorizzazione delle potenzialitàdella famiglia, che superi gli stereotipi della cultura “familistica”che la lascia sola, ma anche quella della “defamilizzazione” che laignora.114

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