ARTICOLIIgfp a livello regionale e nazionaleRegione Indicatore Indicatore Indicatore Indicatore IgfpBeneficiario Sussidiarietà Azioni StrategieCampania 18,52 12,21 23,07 13,03 66,83Emilia Romagna 15,43 13,76 26,82 14,36 70,37Friuli V.G. 17,5 13,5 26,2 10,8 68,1Lazio 13,91 13,16 25,69 11,22 63,98Lombardia 17,58 13,58 24,25 11,55 66,96Sicilia 18,68 13,73 24 11,82 68,23Toscana 15,14 12,75 25,91 17,16 70,95Veneto 16,34 13,62 26,14 8,44 64,53Media nazionale 16,64 13,29 25,26 12,3 67,48Questi dati confermano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, i diversimodelli regionali di welfare presenti nel nostro paese. Essi però– e si rinvia al rapporto completo per gli approfondimenti metodologici4 - ci permettono di cogliere alcune particolarità importanti (vedi latabella a fianco).Nel gruppo pro-family:- Sicilia e Friuli Venezia Giulia si contraddistinguono in quantola normativa regionale tende a valorizzare, più che in altre realtà,la complessità relazionale e non astrae il singolo individuorispetto al contesto familiare in cui è inserito;- se si analizza le modalità di gestione di interventi e servizi previstadalle diverse normative, verifichiamo – non solo nelle dueregioni citate, ma anche in Emilia Romagna – una maggioretendenza, rispetto alla media, alla condivisione tra pubblico edaltri soggetti del territorio;4 In base all’analisi effettuata, è chiaro che l’impostazione delle normative regionaliè altamente diversificata ed è impossibile sovrapporre nettamente il risultatodi una Regione rispetto ad un’altra. Qualsiasi confronto tra regioni si attivi, emergonospazi di sovrapposizione e di scarto.53
REGIONI E TERRITORI ALLA RICERCA DI UNA BUSSOLA PER LA FAMIGLIA- le normative di Toscana, Emilia Romagna e Friuli, testimonianouna maggiore attenzione, rispetto ad altre realtà, all’attivitàdi prevenzione, che consente di anticipare i bisogni della famigliae predispone i trattamenti necessari lasciando il singolo beneficiarionell’ambito familiare;- in Emilia Romagna e Toscana, il legislatore fornisce maggioriindicazioni rispetto alle strategie da applicare e prevede l’attuazionedi un approccio integrato che unisce il più possibile informazione,innovazione, partecipazione e valutazione.Nel gruppo no-family:- la Campania è al di sotto della media nazionale per lo scarsocoinvolgimento di altri attori, da parte del pubblico, nella gestionedegli interventi e il prevalere di servizi con una fortecomponente di residenzialità;- la normativa della Lombardia è più debole rispetto alla medianazionale, nel momento in cui non esplicita in modo evidentel’approccio strategico da applicare e prevede in misura maggioreservizi residenziali e semiresidenziali;- la normativa del Veneto ottiene risultati inferiori ad altre regioniladdove molti servizi ed interventi sono rivolti al singolo,piuttosto che alla famiglia nel suo complesso, e nel momento incui la normativa non fornisce elementi di indirizzo forti perquanto riguarda le strategie;- il Lazio, infine, è la Regione che presenta i maggiori punti didebolezza, in quanto l’impostazione della normativa regionale– più che in altri contesti – è orientata all’individuo, è sbilanciatasu una gestione prevalentemente pubblica e non esprimein modo significativo un approccio strategico integrato.Per meglio cogliere i profili dei diversi modelli di welfare si è sceltodi evidenziare i punti di forza e i punti di debolezza che incidonosul posizionamento complessivo delle regioni meno orientate alla famiglia.Evidenziare punti di forza e di debolezza di ciascun sistema di54
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