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Rapporto finale di esecuzione - Regione Piemonte

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DOCUP Obiettivo 2 <strong>Piemonte</strong> 2000-2006<strong>Rapporto</strong> Finale <strong>di</strong> Esecuzione5.10 GRANDI PROGETTI E SOVVENZIONI GLOBALINell’ambito del programma non sono state finanziate Sovvenzioni Globali, mentre è statocompletato il Grande Progetto 163 denominato “La Venaria Reale e Borgo Castello della Mandria”,la cui scheda è stata inoltrata alla Commissione Europea nel corso della programmazione 1994-’99, più precisamente a fine <strong>di</strong>cembre 1997.In relazione a tale intervento, si ritiene utile riproporre, nel presente documento, l’aggiornamentodella scheda riepilogativa già inserita nei precedenti RAE, che fornisce la descrizione delprogetto (§ 5.10.1), l’iter procedurale con le principali tappe attraversate dal progetto (§ 5.10.2),uno schema dei costi ren<strong>di</strong>contati nell’ambito dei programmi DOCUP 1997/’99 e 2000/’06 (§5.10.3) e i risultati conseguiti ad intervento concluso (§ 5.10.4).5.10.1 Descrizione del progettoIl progetto è stato promosso ed avviato ufficialmente nell’ottobre del 1997 dalla <strong>Regione</strong><strong>Piemonte</strong> insieme al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il sostegno dell’UnioneEuropea ed in collaborazione con la Provincia <strong>di</strong> Torino ed i Comuni <strong>di</strong> Torino, Venaria Reale eDruento.L’area oggetto dell’intervento è costituita dalla Reggia <strong>di</strong> Venaria Reale, dai Giar<strong>di</strong>ni, dal BorgoCastello e dalla Cascina Rubbianetta, situata nel Parco La Mandria, e raggiunge un’estensionetotale <strong>di</strong> 950.000 mq <strong>di</strong> superficie, <strong>di</strong> cui 150.000 mq per opere (Reggia e Borgo Castello) el’area rimanente per i Giar<strong>di</strong>ni e per il Parco. La riprogettazione del complesso monumentale <strong>di</strong>Venaria e dei suoi Giar<strong>di</strong>ni è stata affiancata, inoltre, da un importante intervento <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>segno deltessuto urbano della città <strong>di</strong> Venaria Reale e delle infrastrutture a servizio dell’area. Taleprogetto rappresenta, nel suo insieme, una delle più rilevanti operazioni <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong>beni culturali realizzata a livello europeo ed ha cercato <strong>di</strong> recuperare il complesso in modorigoroso, senza alterare con il restauro le caratteristiche originarie delle strutture. La Reggia <strong>di</strong>Venaria Reale e il Castello della Mandria sono stati proclamati dall’UNESCO “Patrimoniodell’Umanità” nel 1997, nell’ambito della decisione che ha riguardato l’intero sistema delleResidenze Sabaude.Inquadramento storicoLa Reggia <strong>di</strong> Venaria Reale nacque nel 1660, per opera del duca Carlo Emanuele II <strong>di</strong> Savoia,come residenza “<strong>di</strong> piacere e <strong>di</strong> caccia” per la corte. I lavori per la sua realizzazione furonoaffidati all’architetto <strong>di</strong> corte Amedeo <strong>di</strong> Castellamonte che progettò il borgo, il palazzo, i giar<strong>di</strong>nie i boschi <strong>di</strong> caccia, che oggi costituiscono il Parco de La Mandria. Venne così creato ungran<strong>di</strong>oso complesso monumentale il cui punto principale era costituito dalla cosiddetta Reggia<strong>di</strong> Diana, dea della caccia. La Reggia subì nei secoli <strong>di</strong>verse mo<strong>di</strong>fiche e rimaneggiamenti aseconda delle vicende che influenzarono la vita del regno sabaudo. Il palazzo acquisì, ad operadell’architetto Michelangelo Garove, una struttura imponente con gran<strong>di</strong> pa<strong>di</strong>glioni uniti dagallerie e tetti mansardati. Ulteriori ingran<strong>di</strong>menti furono progettati e messi in atto dall’artistabarocco Filippo Juvarra a cui si devono il completamento della Galleria Grande, detta ancheGalleria <strong>di</strong> Diana, e la realizzazione della chiesa <strong>di</strong> San Uberto, patrono dei cacciatori, dellaCitroniera e della Scuderia Grande. Il complesso venne nuovamente riplasmato fra il 1739 e il1769, quando Benedetto Alfieri riunì i vari contributi passati in un solo sistema architettonico.L’armonia raggiunta venne però presto infranta dall’invasione napoleonica, che segnò l’iniziodella decadenza della Reggia. Parallelamente alla rimodulazione della Reggia, negli anni anchei Giar<strong>di</strong>ni, che erano stati voluti “all’italiana” dall’architetto Castellamonte vennero trasformati in163Secondo la definizione dell’art. 25 del Regolamento (CE) n. 1260/99 “i Fon<strong>di</strong> possono finanziare spese connesse a gran<strong>di</strong>progetti, vale a <strong>di</strong>re: un insieme <strong>di</strong> lavori economicamente in<strong>di</strong>visibili che svolgono una funzione tecnica precisa e hannoobiettivi chiaramente definiti, il cui costo totale considerato al fine <strong>di</strong> determinare l'importo della partecipazione dei Fon<strong>di</strong> superai 50 M€”191

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