Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
3. La situazione respiratoria<br />
È necessario distinguere la situazione respiratoria dell’adulto che ha infezione<br />
respiratoria cronica da quella di chi ha saltuarie infezioni acute ricorrenti. Questo<br />
perché i sintomi sono abbastanza diversi: più modesti e “ad episodi”, con intervalli<br />
liberi nel primo caso, più rilevanti e presenti con continuità nel secondo. Le infezioni<br />
acute sono spesso risolte, in base al tipo di batteri presenti nell’escreato e all’antibiogramma,<br />
con antibiotici per bocca. L’infezione cronica è sostenuta soprattutto<br />
dal batterio Pseudomonas aeruginosa, che viene trattato in maniera continuativa o<br />
ciclica (a mesi alterni) con un antibiotico per aerosol e con cicli di antibiotico per via<br />
endovenosa. Fisioterapia e aerosolterapia sono necessari in entrambe le condizioni,<br />
ma richiedono un impegno maggiore se l’infezione è cronica.<br />
Importante è anche utilizzare il sistema dei controlli ambulatoriali periodici,<br />
che sono mirati a raggiungere le condizioni ottimali e a mantenerle stabili nel<br />
tempo; e a comunicare con i curanti su argomenti di varia natura, anche non strettamente<br />
medica.<br />
3.1 La stabilità<br />
l’età <strong>adulta</strong><br />
altri familiari dell’opportunità di eseguire accertamenti genetici, comunicando in questo<br />
modo la propria situazione personale di malato, cosa che altrimenti potrebbe passare<br />
inosservata. Deve confrontarsi con l’alone di assoluta gravità che circonda la malattia,<br />
che è il retaggio di un epoca (passata, ma non ancora trascorsa) in cui il nome della<br />
fibrosi cistica suonava come una sentenza senza appello.<br />
Il problema diventa di particolare impegno se la diagnosi è avvenuta (nell’uomo) nel<br />
corso delle indagini per avere un figlio che è tanto desiderato e non arriva. Anche se la<br />
malattia diagnosticata è “lieve”, in ogni caso comporta entrare in un certo meccanismo<br />
sanitario da cui ci si sentiva del tutto estranei. E, oltre alle eventuali cure, c’è l’attenzione<br />
allo stile di vita (per esempio, smettere di fumare, essere attenti all’alimentazione, fare<br />
sport). E una relativa incertezza per quanto riguarda il futuro, perché le forme lievi non<br />
sono conosciute in tutti i loro aspetti, quindi con un decorso non sempre completamente<br />
prevedibile. Quindi ci vuole un certo tempo per “digerire la diagnosi”.<br />
Diverso è quando i sintomi erano presenti da tempo e non sono stati “capiti”, per cui<br />
sono state fatte diagnosi sbagliate, a volte c’è stato anche un girare inutilmente in cerca<br />
di pareri: queste situazioni oggi sono meno frequenti che in passato, perché oggi anche<br />
i medici dell’adulto (soprattutto pneumologi, gastroenterologi, ginecologi) conoscono la<br />
malattia FC e quindi la diagnosticano. In questi casi la diagnosi può essere accolta quasi<br />
con meno difficoltà o minor disagio perché il malato ha l’evidenza che le cure specifiche<br />
che vengono subito impostate possono dare netto sollievo ai sintomi.<br />
◆◆Come capire se la situazione respiratoria è buona?<br />
Ci aiuta una serie di “dati clinici”: la presenza e la serietà dei sintomi respiratori<br />
(tosse, espettorazione aumentata e più purulenta, fatica respiratoria, ridotta resistenza<br />
allo sforzo) e, più in generale, la frequenza e gravità con cui compaiono le esacerbazioni<br />
infettive. Ogni adulto può imparare a riconoscere quali sono i suoi sintomi<br />
“base” in condizioni di benessere, e dunque cogliere al volo le variazioni rispetto a<br />
12