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Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

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9.2 Aerosolterapia<br />

aspetti generali<br />

L’aerosol è una sospensione in aria (“nebbia” ) di particelle solide o liquide: le<br />

particelle o le goccioline possono essere farmaci (antibiotici, mucolitici, cortisonici,<br />

broncodilatatori, ecc.) che in questo modo vengono “inalati”, cioè respirati<br />

per andare a depositarsi direttamente nelle vie respiratorie. Il vantaggio dell’aerosol,<br />

rispetto alle altre vie di somministrazione, è quello di ottenere una maggiore<br />

concentrazione del farmaco nelle vie respiratorie profonde, riducendo al minimo<br />

gli effetti collaterali dannosi su altri organi, possibili invece con la somministrazione<br />

per via “generale” (per bocca, per via intramuscolare, per via endovenosa)<br />

(figura 9 a pag. 153). Questo è particolarmente importante per alcuni antibiotici<br />

dei quali è nota, ad esempio, una certa tossicità sul rene e sull’apparato uditivo<br />

(aminoglicosidi)<br />

L’aerosolterapia è sicuramente una terapia impegnativa: in genere va fatta in<br />

più sedute quotidiane (in genere due), richiede nei bambini piccoli la collaborazione<br />

di un familiare, nei più grandi è importante l’istruzione all’autogestione<br />

degli strumenti e della modalità di esecuzione. Richiede accurata pulizia e disinfezione<br />

degli strumenti.<br />

Alcune regole generali:<br />

• prima dell’aerosol con antibiotici si esegue una seduta di fisioterapia respiratoria<br />

in modo che le vie respiratorie siano libere da secrezioni e quindi più “ricettive”<br />

al farmaco<br />

• se indicato, si esegue prima un bronco-dilatatore per prevenire una eventuale<br />

ostruzione bronchiale, indotta dal farmaco in soggetti ipersensibili, e quindi per<br />

“aprire” meglio le vie respiratorie<br />

• è necessario lavarsi bene le mani prima di maneggiare il nebulizzatore e disinfettare<br />

la strumentazione (ampolla, tubo, boccaglio o mascherina) dopo ogni<br />

seduta.<br />

Gli apparecchi utilizzati per l’aerosol sono di diversi tipi, i più diffusi sono<br />

quelli a compressione (es. Nebula o Pari LC), meno quelli elettronici (es. e-flow).<br />

Per alcuni farmaci (broncodilatatori, cortisonici e anticolinergici) si impiegano<br />

abitualmente nebulizzatori spray (bombolette); per gli antibiotici e i mucolitici<br />

invece, le concentrazioni polmonari più efficaci si ottengono con alcuni apparecchi<br />

a compressione (nebulizzatori jet) o elettronici: quelli elettronici, molto più<br />

costosi, hanno il vantaggio di ridurre di molto (circa il 50%), rispetto ai jet, i tempi<br />

di somministrazione. La scelta dell’apparecchio più idoneo viene in ogni caso<br />

fatta <strong>insieme</strong> ai medici e ai fisioterapisti del centro caso per caso, tenendo conto<br />

di vari fattori: tipo di terapia da effettuare, età, costi, tempi di somministrazione<br />

e preferenze dei singoli pazienti. Da ricordare comunque che la performance dei<br />

nebulizzatori si riduce nel tempo.<br />

Secondo una regola generale, minore è la grandezza delle particelle del farmaco,<br />

tanto maggiore sarà la loro capacità di penetrare nell’albero bronchiale e<br />

quindi essere attive; in particolare, perché la nebulizzazione raggiunga le più fini<br />

diramazioni dell’albero bronchiale è necessario che le particelle inalate siano del-<br />

154

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