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Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

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l’età <strong>adulta</strong><br />

possibilmente prima che si siano instaurati danni irreversibili negli organi vitali,<br />

quali il polmone. E tuttavia, anche con danni avanzati, si può a ragione pensare<br />

che questi farmaci rallentino o migliorino il decorso della malattia.<br />

Il campo dei nuovi antibiotici e dei farmaci antiinfiammatori sta offrendo opportunità<br />

nuove per controllare l’infezione polmonare e ridurne la dannosa infiammazione<br />

cronica.<br />

Certamente i tempi della ricerca sono piuttosto lunghi, ma per alcuni farmaci<br />

potrebbero essere più brevi, soprattutto per quei farmaci, oggi intensamente in<br />

studio, che sono già stati sperimentati nell’uomo per altre patologie e che stanno<br />

mostrando applicazioni possibili per la FC.<br />

◆◆Sento molto parlare di cellule staminali: saranno utili per la FC?<br />

Le ricerche sulle cellule staminali sono ancora agli inizi, anche se su di esse<br />

sono maturate molte attese. Le cellule staminali sono cellule primordiali immature<br />

“multipotenti”, conservano cioè la capacità di dare origine (differenziandosi) a<br />

specifiche cellule di vari tessuti: se immesse in determinato ambiente ed opportunamente<br />

stimolate possono differenziarsi in cellule mature adatte a riparare uno<br />

specifico organo.<br />

Nel caso della FC l’organo da riparare sarebbe il polmone danneggiato: l’idea è<br />

che queste cellule staminali possano “diventare” cellule respiratorie e che possano<br />

avviare i processi riparativi nel polmone una volta indirizzate alle parti lese di<br />

questo organo.<br />

Le staminali più indifferenziate e pluripotenti sono quelle embrionali, ma si<br />

possono ricavare staminali ancora con buona potenzialità da vari tessuti non embrionali,<br />

inclusi il cordone ombelicale e il midollo osseo. Alcuni studi sono orientati<br />

ad usare staminali del midollo osseo dello stesso paziente da trattare, dopo<br />

aver trasferito in esse in vitro il gene CFTR normale, affinché le cellule curative<br />

siano sane. Al momento, questi studi si fanno su modelli animali e pensiamo che<br />

la strada per passare all’uomo sia ancora un po’ lunga.<br />

◆◆A che punto siamo con la terapia genica?<br />

Subito dopo la scoperta del gene CFTR nel 1989, si provò a vedere se fosse<br />

possibile correggere le cellule con difetto del gene inserendo in esse una copia di<br />

gene CFTR normale: questa doveva essere la terapia genica. Gli esperimenti in<br />

vitro su singole cellule FC ottennero subito successo: quelle cellule riprendevano<br />

a funzionare normalmente. Si pensò che la strada per passare dagli esperimenti<br />

in vitro al malato dovesse essere facile e breve. In realtà numerosi studi “in vivo”<br />

fatti negli anni successivi non hanno dato l’esito sperato, per numerosi problemi:<br />

il tipo di “vettore” (trasportatore del gene, virus o particelle lipidiche), il complicato<br />

percorso per raggiungere i polmoni (la via aerosolica sembrava adeguata),<br />

la barriera di muco, la stabilità del gene una volta entrato nella cellula, il rigetto<br />

dell’ospite nei confronti del vettore, e parecchi altri. Il grosso dei ricercatori ne fu<br />

scoraggiato ed abbandonò questo campo di ricerca. Oggi rimangono alcuni gruppi<br />

di ricerca) che hanno finalizzato i loro sforzi in questo campo: il più attivo e ben<br />

organizzato attraverso un consorzio di laboratori è in Gran Bretagna. Si stanno<br />

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