Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
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◆◆I figli di un uomo con FC saranno sani?<br />
Sì, se la partner non è portatrice FC (vedi a pag. 70).<br />
◆◆I maschi affetti da FC nei rapporti sessuali devono utilizzare metodi<br />
contraccettivi?<br />
Sì, fino a che non sia stato eseguito uno spermiogramma: se da questo risulta una<br />
condizione di azoospermia è praticamente impossibile che il rapporto sessuale porti<br />
a una gravidanza e quindi si può tralasciare il contraccettivo. Da non dimenticare<br />
però, come per tutti i maschi anche non FC, le situazioni a rischio di infezioni sessualmente<br />
trasmesse, per le quali è comunque utile l’uso del profilattico.<br />
10.2 Nella donna<br />
Una storia<br />
fibrosi cistica: <strong>parliamone</strong> <strong>insieme</strong><br />
LA SORTE E LA VITA<br />
Quando il medico conosce Concetta S., è adolescente: viene dal Sud e ha già<br />
perso una sorella malata di FC. Lei sembra averla in una forma del tutto diversa,<br />
anche se “classica”, infatti le infezioni respiratorie sono sporadiche. Concetta<br />
“vuole” curarsi, con tutte le sue forze. Il ricordo della sorella è sempre vivo, ma<br />
ripete “Dottoressa, la malattia non l’hanno riconosciuta in tempo, io sono diversa,<br />
a me andrà diversamente”. Si sposa, il marito la segue con una tenerezza vigile<br />
e silenziosa: come spesso accade in queste coppie lui è uomo di poche parole e<br />
molti fatti. Decidono di avere un figlio: seguendo la procedura consigliata, lui fa il<br />
test per sapere se è portatore di FC. Tra lo sconcerto e l’amarezza, risulta portatore.<br />
Il rischio di avere un figlio malato, essendo lei malata e lui portatore, diventa<br />
del 50% ad ogni gravidanza. Un dilemma drammatico, anche perché per sapere se<br />
il feto è sano in questi casi è possibile la diagnosi prenatale. Ma come si fa ad interrompere<br />
la gravidanza se fosse malato? Concetta dice: mi sembrerebbe di amputare<br />
una parte di me stessa. Decidono di accettare il rischio, Concetta rimane<br />
incinta, affronta la diagnosi prenatale per sapere (ma non ha deciso che cosa fare<br />
se risultasse malato). Quando la dottoressa comunica loro che è sano, la felicità<br />
trabocca. Il bambino nasce, cresce, ha poco più di un anno quando Concetta telefona<br />
disperata al medico: un’“imprudenza”, un rapporto sessuale non protetto,<br />
di cui non si dà pace, è incinta di nuovo. Che fare? Dice di avere la sensazione di<br />
aver sfidato la sorte già abbastanza, questa volta sarà malato. La dottoressa la<br />
conforta dicendo che questa è una sensazione, non un pensiero razionale, perché<br />
“il caso non ha memoria” e questa volta ha le stesse possibilità dell’altra volta:<br />
50% sano, 50% malato. In verità anche il medico è molto preoccupato e sostanzialmente<br />
poco ottimista. Quasi dolorosamente Concetta. e il marito decidono di<br />
rifare il percorso della diagnosi prenatale: mentre nell’altra occasione i giorni in<br />
attesa del risultato sono passati relativamente veloci, questa volta non passano<br />
mai e l’ansia di Concetta diventa quasi sconforto, anche se non ci sono elementi.<br />
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