28.05.2013 Views

Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Il test però può essere utilizzato anche da chi non ha parenti malati, vale a dire<br />

dalle coppie della popolazione generale, che pensano di avere figli e si chiedono<br />

quali indagini è utile fare prima del concepimento per diminuire il rischio di avere<br />

figli affetti da malattie genetiche. Nella popolazione generale il test genetico per<br />

fibrosi cistica è in grado di individuare la maggior parte dei portatori sani, ma<br />

non tutti. Perciò una modesta quota di soggetti può avere dal test una risposta che<br />

dice “non portatore”, mentre invece lo è (“falso negativo”). I test genetici correnti infatti<br />

identificano mediamente, in Italia, circa il 75-80% delle mutazioni CFTR (con<br />

variazioni da regione a regione). Questo è uno dei principali motivi per cui il test<br />

non è stato ancora adottato come pratica corrente dal Servizio Sanitario Nazionale.<br />

Pertanto, nei soggetti della popolazione generale (che non hanno parenti con<br />

FC o portatori):<br />

• quando il test identifica una mutazione del gene CFTR, il risultato è certo e<br />

vuol dire che quella persona è portatrice sana del gene CFTR mutato;<br />

• quando il test non identifica nessuna mutazione del gene CFTR, il risultato<br />

indica una sensibile diminuzione della probabilità di essere portatore, ma non<br />

l’esclusione assoluta di esserlo;<br />

• quando il test identifica una coppia di portatori sani del gene CFTR, per evitare<br />

il rischio di avere un figlio malato di FC, quella coppia può ricorrere alla<br />

diagnosi prenatale (attraverso villocentesi e analisi genetica del prelievo villare<br />

in decima settimana di gravidanza), (vedi anche “La diagnosi prenatale”<br />

a pag. 131).<br />

Un’altra storia<br />

aspetti generali<br />

Una coppia di sposi in attesa del primo figlio, in occasione delle abituali ecografie<br />

in gravidanza, ricevono la notizia che il feto ha l’intestino “iperecogeno”,<br />

cioè con un contenuto più denso del normale. Lo specialista che ha eseguito l’ecografia<br />

spiega che un tale reperto può essere un segno di fibrosi cistica e raccomanda<br />

di eseguire alcuni esami di tipo genetico, tra cui quello per le mutazioni della<br />

FC. Da questo esame risulta che la madre è portatrice di una mutazione del gene<br />

CFTR, mentre il padre risulta negativo per le mutazioni più frequenti cercate con<br />

il test eseguito in quel laboratorio (esse rappresentano però solo il 75% del totale<br />

delle mutazioni possibili del gene CFTR). Il risultato del test viene consegnato<br />

agli interessati senza nessuna spiegazione. Essi consultano vari medici sul possibile<br />

significato e ne ricavano la conclusione che il feto potrà eventualmente essere<br />

anch’esso portatore, ma sarà comunque sano e si sentono rassicuratii.<br />

Purtroppo, al momento della nascita, la neonata presenta una occlusione intestinale,<br />

detta Ileo da Meconio, tipica manifestazione neonatale che interessa il<br />

10-15% dei malati FC: la diagnosi viene confermata quando esegue il test del<br />

sudore. Cosa è successo? C’è stato un errore nel test sui genitori?<br />

Purtroppo no: il test è stato eseguito correttamente, ma è mancata la consulenza<br />

genetica che doveva commentarne il risultato. Il colloquio con un genetista esper-<br />

130

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!