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Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta

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fibrosi cistica: <strong>parliamone</strong> <strong>insieme</strong><br />

Staphylococcus aureus e Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA)<br />

Dove si trova?<br />

Staphylococcus aureus è un germe molto diffuso. Il 25 50% dei soggetti sani possono<br />

essere “colonizzati”, in modo transitorio o persistente, da questo germe senza alcun<br />

problema clinico (portatori sani). Esso è comune abitatore delle fosse nasali anteriori,<br />

della cute e dell’orofaringe. Il suo riscontro è sempre più frequente anche all’interno<br />

delle strutture ospedaliere.<br />

Come si prende?<br />

Soprattutto attraverso l’aria e le goccioline emesse parlando o tossendo o starnutendo<br />

o soffiandosi il naso; a volte dal contatto diretto con la cute di soggetti portatori sani o<br />

affetti da infezioni cutanee<br />

Che problemi dà?<br />

Nella maggior parte dei casi il germe non dà conseguenze speciali o è responsabile<br />

di infezioni banali; in condizioni particolari le infezioni da S. aureus possono essere<br />

anche gravi, a tutte le età. In un modesto numero di malati FC lo Stafilcocco diventa<br />

meticillino-resistente (MRSA), cioè resistente alla meticillina e ai suoi derivati (che<br />

costituiscono un vasto gruppo di antibiotici parenti della penicillina). Non è chiaro se<br />

la presenza di MRSA nelle vie aeree possa rappresentare un rischio per il malato FC:<br />

alcuni studi indicano una sua responsabilità nel peggiorare la funzione polmonare FC,<br />

altri smentiscono questo dato. Nell’attesa di maggiore chiarezza, sicuramente l’MRSA<br />

deve essere considerato ai fini del contagio al pari di Pseudomonas e devono quindi<br />

essere adottate tutte le misure precauzionali necessarie.<br />

Si può curare?<br />

Si può curare in maniera efficace con antibiotici mirati e risultati attivi in base all’antibiogramma.<br />

La presenza di ceppi di Stafilococco aureo resistenti agli antibiotici è in<br />

aumento nei soggetti con FC.<br />

- Smith A, Walters S “Prophylactic antibiotics for cystic fibrosis”. Cochrane Database Syst Rev 2003; (3):<br />

CD001912.<br />

Burkholderia cepacia<br />

Dove si trova?<br />

Nell’ambiente (suolo, acque dolci e salmastre, svariate altre sedi “naturali”: nel terreno<br />

in cui si sviluppano le radici di numerose specie vegetali). Sotto il nome di B. cepacia<br />

sappiamo oggi che è in causa un gruppo (oggi chiamato Burkholderia cepacia complex)<br />

formato da almeno 10 sottospecie diverse.<br />

Come si prende?<br />

Anche questo batterio viene in prevalenza acquisito casualmente da fonti ambientali.<br />

La trasmissione può avvenire peraltro anche da persona a persona, per contatto diretto<br />

(da persone colonizzate/infette, per esempio con il bacio o toccandosi le mani<br />

contaminate con secrezioni o attività di assistenza che richiedono contatto diretto con<br />

il paziente); per contatto indiretto (contatto di un ospite suscettibile con un oggetto<br />

che è stato contaminato con secrezioni contenenti l’agente infettivo); o attraverso le<br />

“goccioline” (trasmissione da persona a persona di agenti infettivi attraverso grosse<br />

particelle generate con la tosse, starnuto, parlando etc, che, proiettate a brevissima<br />

distanza nell’aria, si depositano sulla congiuntiva, sulla mucosa nasale o sulla bocca di<br />

un ospite suscettibile o nell’ambiente). Importante prevenire l’acquisizione del germe<br />

negli ambienti di cura o in occasione di socializzazioni fra pazienti.<br />

Che problemi dà?<br />

In alcuni malati non dà problemi, in altri provoca un progressivo e lento peggioramento<br />

delle condizioni generali, in una minoranza di malati causa la “sindrome da Cepacia”<br />

(insorgenza acutissima con febbre elevata, grave difficoltà respiratoria, stato generale<br />

molto compromesso). Gli sforzi attuali devono essere finalizzati a “intercettare” quanto<br />

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