Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
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fibrosi cistica: <strong>parliamone</strong> <strong>insieme</strong><br />
8.1.3 Infezione respiratoria: virus, batteri e funghi<br />
Un aspetto importante della fibrosi cistica sono le infezioni polmonari, causa di<br />
malattia e giustamente di preoccupazione. Si troveranno di seguito, oltre ad alcuni<br />
approfondimenti sui più comuni microbi patogeni implicati in FC, anche alcune<br />
raccomandazioni per prevenire e controllare l’acquisizione di questi, elaborate<br />
dalla Società Italiana <strong>Fibrosi</strong> <strong>Cistica</strong>.<br />
I germi (batteri e non, come i virus e alcuni funghi) sono presenti nell’albero<br />
respiratorio già nelle prime fasi della vita. Solitamente stabiliscono con l’organismo<br />
una “convivenza” pacifica. In certe condizioni alcuni di essi diventano “patogeni”<br />
cioè dannosi e responsabili di infezioni, che si manifestano con febbre,<br />
tosse, aumento delle secrezioni, calo della funzione respiratoria, ecc. In questi casi<br />
si parla di ”esacerbazioni respiratorie”. Per questo, li ricerchiamo con regolarità<br />
con l’esame microbiologico del tampone faringeo e dell’escreato. Da ricordare<br />
che l’esacerbazione respiratoria può essere scatenata da una infezione virale (es. il<br />
virus influenzale) e questa può favorire la virulentazione di batteri in quiescenza.<br />
I batteri presenti nelle vie respiratorie si modificano con il progredire dell’età: nelle<br />
prime fasi della malattia (primi mesi, primi anni di vita) si ritrovano germi con<br />
scarso potere patogeno e presenza transitoria e intermittente, come Haemophylus<br />
influenzae, Staphylococcus aureus, Stenotrophomonas maltophilia, Acinetobacter<br />
xilosoxidans. Ogni tanto vengono segnalati batteri nuovi, dei quali si sa molto poco in<br />
quanto è difficile stabilire quanto contribuiscano a danneggiare i polmoni.<br />
Il più frequentemente isolato in seguito è lo Pseudomonas aeruginosa (PA), che<br />
ha una speciale affinità con l’ambiente broncopolmonare dei malati FC e che, dopo<br />
alcune fugaci apparizioni iniziali, può colonizzare in modo stabile l’albero respiratorio,<br />
innescando un processo progressivo di infiammazione che danneggia i polmoni.<br />
Questo batterio, inizialmente innocuo, con il tempo tende a modificarsi diventando<br />
più aggressivo (virulento) e resistente agli antibiotici: per questo si cerca di<br />
eradicarlo (cioè eliminarlo) con trattamenti antibiotici già alla sua prima comparsa,<br />
anche in assenza di sintomi, per prevenirne l’attecchimento definitivo. Va<br />
anche detto che molti pazienti ospitano lo Pseudomonas per mesi e talora per anni<br />
senza mostrare danni polmonari.<br />
Un altro gruppo di batteri temuti (si tratta di specie diverse imparentate tra<br />
loro), sono quelli appartenenti al cosiddetto Burkholderia cepacia complex. La<br />
specie più aggressiva sembra essere la Burkholderia cenocepacia. Anche questi<br />
batteri possono “vivacchiare” a lungo nel tratto respiratorio di alcuni pazienti FC<br />
senza apparente danno polmonare.<br />
Occorre distinguere tra semplice “colonizzazione” e “infezione”.<br />
La permanenza nel tempo di uno stesso batterio nel tratto respiratorio si definisce<br />
abitualmente “colonizzazione”: il tratto respiratorio può essere abitato da batteri,<br />
alcuni dei quali possono rimanere semplicemente degli ospiti “commensali”:<br />
vivono e mangiano <strong>insieme</strong> all’organismo che li accoglie.<br />
Alcuni batteri, con il tempo, elaborano le loro armi di attacco verso l’apparato<br />
respiratorio, i cosiddetti “fattori di virulenza” (sostanze capaci di indurre una infiammatoria<br />
da parte dell’organismo e di danneggiare direttamente i tessuti). Di<br />
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