Fibrosi Cistica: parliamone insieme - Parte terza: l'età adulta
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l’età <strong>adulta</strong><br />
vuoi sapere tutto sul tuo stato, informarti, o al contrario non vuoi aggiungere niente di<br />
più a quello che hai saputo. Non c’è un modo giusto di reagire, tutti i nostri vissuti sono<br />
legittimi. Ma le emozioni e le paure potrebbero essere “sovrastanti” e farci sentire del<br />
tutto inadeguati ad affrontare questa svolta della vita. In questo caso potrebbe giovare<br />
chiedere un aiuto: rivolgersi ad uno psicologo aiuterà per esempio a dare voce e definire<br />
meglio queste emozioni e a gestirle.<br />
Difficoltà a chiedere aiuto<br />
Nelle varie fasi della malattia potrai sentire di avere energie o al contrario potrai avere<br />
la sensazione di partire già sconfitto anziché reagire come gli altri vorrebbero, o come ti<br />
è consigliato; talvolta possono nascere sensi di colpa perché ci si può sentire più deboli<br />
rispetto alla reazione attesa dai nostri cari o dal personale sanitario. È il momento delle<br />
frasi standard “Coraggio, reagisci”, “Non fare così, non ti buttare giù”, “Ora dipende molto<br />
da te”. A volte queste possono ulteriormente aggravare il senso di tristezza e di solitudine.<br />
In questo momento anche chiedere aiuto può sembrare un sintomo di debolezza,<br />
o un segno di inadeguatezza. La sensazione di essere sul punto di non farcela più o di<br />
avere bisogno di aiuto è invece del tutto comprensibile ed è un’esperienza comune quando<br />
si affronta una crisi così profonda come quella provocata dalla malattia; soprattutto<br />
da alcune fasi della malattia in età <strong>adulta</strong>, per esempio quando si ripetono le infezioni<br />
respiratorie nonostante le terapie, quando si è di fronte ai segnali di aggravamento che<br />
cambiano la qualità della vita, quando ci si deve confrontare con le incertezze del futuro.<br />
In questa fasi della tua vita, se decidi di chiedere il sostegno di uno psicologo scegli di<br />
essere accompagnato in un percorso che vuole aiutare ad attivare e riorganizzare le tue<br />
risorse per trovare un nuovo equilibrio, nel pieno rispetto delle tue intenzioni e capacità.<br />
I familiari<br />
La convivenza con la malattia FC è un evento stressante per tutta la famiglia. La preoccupazione<br />
può introdurre ostacoli alla comunicazione: per evitare di esternare troppo<br />
si può preferire parlare di meno o parlare di altro o parlare solo quando ci si sente di<br />
umore positivo. Questo può limitare la condivisione e far sentire un po’ isolati gli uni<br />
dagli altri; in altri casi invece la sensazione di essere <strong>insieme</strong> in una grande battaglia<br />
quotidiana può far superare precedenti incomprensioni. Ogni familiare del malato reagisce<br />
a modo proprio (con dolore, rabbia, colpa, impotenza, speranza…) e assume diversi<br />
atteggiamenti: iperprotezione (perché ha paura e vuole proteggerlo da qualsiasi rischio),<br />
distacco (perché cerca di allontanare il dolore legato alla sua malattia e la paura di perderlo),<br />
eccessivo ottimismo (perché è difficile accettare che la persona che amiamo sia<br />
ammalata). Il familiare può avere la sensazione di non sapere cosa fare, di non riuscire a<br />
stare vicino”nel modo giusto”. Anche per il familiare quindi può essere utile un sostegno<br />
psicologico per affrontare la crisi legata alla malattia, per poter fornire al malato un aiuto<br />
più efficace, per essere in parte sollevato dalla stanchezza quando si fa più intensa.<br />
I controlli<br />
La cura della fibrosi cistica a tutte le età è basata sulla strategia dei “controlli”. Durante<br />
i controlli per un adulto con FC ci sono mille cose da fare e in più bisogna parlare<br />
con molte persone. Non c’è nemmeno il tempo di pensare. Così molto spesso in queste<br />
occasioni si lasciano da parte le emozioni, le riflessioni su quello che si sta vivendo e<br />
ci si concentra solo sulle procedure da seguire. Ma tornati a casa si può avvertire un<br />
malessere che non è solo fisico e che è difficile da comunicare. Oppure quando si è superata<br />
una fase acuta della malattia, e il tempo successivo è scandito dalla necessità di<br />
controlli ravvicinati, proprio allora può capitare di sentirsi sopraffatti dall’ansia, dalle paure<br />
che fino a quel momento si pensava fossero un problema degli altri. Chiedere un sostegno<br />
psicologico in momenti del genere può aiutare a capire quello che sta avvenendo.<br />
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