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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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DA NEWTON AL SENSO COMUNE 105<br />

Uno sguardo alla discussione che del problema religioso si ritrova<br />

in due autori della scuola scozzese del senso comune come Lord Kames<br />

e James Oswald, ci mostra l'analogia delle loro posizioni con quella<br />

che giunge ad assumere Cleante nei Dialogues. Anche senza ricorrere al­<br />

l'ipotesi che qualcuno di essi (forse Kames) conoscesse il manoscritto<br />

dei Dialogues, il fatto che questi autori pongano come principale punto<br />

di riferimento la dottrina esposta da Hume prima della composizione<br />

dei Dialogues (e che nei Dialogues si ritrova quasi integralmente nella<br />

posizione di Filone) rappresenta un motivo sufficiente a stabilire anche<br />

sotto l'aspetto storico un parallelo ira il rapporto Hume-scuola del<br />

senso comune e il rapporto Filone-Cleante. Questi autori elaborano una<br />

versione emendata e insieme esasperata della dottrina di Cleante, perché<br />

da una parte mostrano di tenere conto delle critiche di Hume più di<br />

quanto non faccia Cleante delle critiche di Filone, dal momento che ac­<br />

cettano alcuni punti della critica di Hume al concetto di causa, e dal­<br />

l'altra, pur battendo la stessa strada di Cleante, ricercano una fonda­<br />

zione della fede nella prova dell'ordine che va al di là sia di quella tradi­<br />

zionale sia di quella esposta nei Dialogues. Le loro dottrine, proprio per­<br />

ché rappresentano una sorta di futuro prossimo della dottrina che Clean­<br />

te espone nei Dialogues, ci consentono quindi anche di giudicare meglio<br />

della dirczione verso cui essa si muove.<br />

Così, nei suoi Essays on thè principles of morality and naturai re-<br />

ligion, l'opera comparsa nel 1751 e che ebbe forse una influenza <strong>sulla</strong><br />

stessa composizione dei Dialogues, Lord Kames (1696-1782) accetta pie­<br />

namente la tesi di Hume secondo cui il ragionamento non può dimo­<br />

strare alcun rapporto causale, respingendo esplicitamente la prova a<br />

priori e polemizzando a lungo con Samuel Clarke. Riferendosi ai sermoni<br />

pronunciati da quest'ultimo durante le Boyle Lectures del 1704, Lord<br />

Kames dice che<br />

tho' they command my strictest attention, never bave gained my<br />

heart... I find no Data to determine a priori, whether this world has<br />

existed of itself from al] eternity, in a Constant succession of causes<br />

and effects...<br />

It is indeed hard to conceive a world eternai and self existent, where<br />

ali things are carried on by blind fate, without design or intelligence.<br />

And yet I can find no demonstration to thè contrary 22 .<br />

22 H. HOME, Lord KAMES, Essays on thè principles of morality and naturai<br />

religion, Edinburgh 1751, p. 318.

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