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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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224 IL REFERENTE STORICO<br />

plementari. Cioè, se è vero che esse possono essere considerate come<br />

rappresentative di due fasi distinte della storia religiosa di un paese, è<br />

anche vero che esse possono rappresentare le due facce di una mede­<br />

sima situazione religiosa in un paese che presenta contemporaneamente<br />

condizioni adatte alla crescita di un tipo di <strong>religione</strong> e di un altro.<br />

Infatti Cleante, che nelle parti precedenti aveva duramente polemizzato<br />

con Demea, nella parte XII si fa portavoce anche della <strong>religione</strong> difesa<br />

da quest'ultimo. Il suo atteggiamento è del resto giustificato dall'anda­<br />

mento della discussione nelle parti X e XI, dove si era dimostrato che<br />

la sua ipotesi religiosa non poteva assorbire senza residui (il male era<br />

ineliminabile) la realtà. Una volta accettata l'ineliminabilità dei residui<br />

(che di fatto non erano per nulla tali, perché la « misery » investiva<br />

la maggior parte degli uomini), Cleante teorizza una <strong>religione</strong> per sé<br />

e una per i residui.<br />

E se è possibile pensare che la « <strong>religione</strong> di Demea » rappresentò<br />

tm'« età organica » della società e del sentimento religioso scozzese (no­<br />

tato comunque che anch'essa era ideologica perché occultava l'aspetto<br />

« Cleante » della situazione), non è possibile pensare che la « <strong>religione</strong><br />

di Cleante » potesse « far da sola » nel '700 scozzese. Essa poteva tro­<br />

vare la sua individuazione solo a patto di porsi come negatrice di quella<br />

di Demea e, nel contempo, solo a patto di ricorrere ad essa per spiegare<br />

la realtà ancora tanto vistosa della « misery ».<br />

Cleante combatte contro Demea in quanto quest'ultimo propone<br />

un'ideologia (anch'essa di ceti dominanti) che è opposta alla sua. Ma,<br />

dopo la sua vittoria, dopo che Demea se n'è andato, Cleante « recupe­<br />

ra » Demea, perché si trova ad elaborare non solo l'ideologia della nuova<br />

classe dominante, ma anche quella del volgo. E a ciò si presta egregia­<br />

mente proprio l'ideologia feudale del ceto spossessato. I nuovi padroni<br />

(o, come capitò spesso in Scozia, i vecchi padroni convertitisi dal pater­<br />

nalismo al laissez faire economico) prestano al volgo l'ideologia dei vec­<br />

chi padroni; la quale, privilegiando teoreticamente la prassi privilegiata<br />

del non progresso e occultando la prassi del progresso, si presta ad es­<br />

sere la nuova ideologia del volgo condannato al non progresso.<br />

Il tema della discusione che si svolge tra Cleante, Demea e Filone<br />

nelle ultime parti dei Dialogues sul rapporto fra miseria umana, pro­<br />

gresso e <strong>religione</strong>, tocca il problema su cui agli inizi del '900 Weber e

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