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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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178 1L REFERENTE STORICO<br />

Cullen (1710-90) a Joseph Black (1728-99) — svolsero un ruolo decisivo<br />

nel plasmare una delle tendenze fondamentali della scienza britannica<br />

del '700, quella che doveva condurla a staccarsi dalla concezione razio­<br />

nalistica e meccanicistica della materia, caratteristica dell'ortodossia new­<br />

toniana all'inizio del '700, e ad aderire, nella seconda metà del secolo,<br />

a una concezione ancora ispirata a Newton, ma più aperta allo speri­<br />

mentalismo e di ispirazione spiccatamente materialistica 49 .<br />

Il peso esercitato dal pensiero di Hume nel prodursi di questo spo­<br />

stamento d'accento nella scienza britannica — da porre in parallelo con<br />

l'ascesa delle tendenze baconiane e materialistiche nella scienza francese —<br />

appare indubbio, ma non è facile da esplicitare analiticamente. Di certo,<br />

il Treatise è da collocare sullo sfondo della generale crisi dei valori del<br />

razionalismo e dell'oggettivismo — cui abbiamo già accennato parlando<br />

del dialogo e notando il mutato atteggiamento del pubblico nei confronti<br />

della retorica ^ — avutasi nel costume sociale e intellettuale inglese<br />

grosso modo all'epoca (dal 1735 al 1745) in cui si operò la svolta mate­<br />

rialistica nel mondo della scienza 5Ì . L'evoluzione della prospettiva scien­<br />

tifica fu probabilmente favorita da alcune particolari dottrine, e in primis<br />

quella della causa, formulate nel Treatise. Ma la questione è tale da es­<br />

sere affrontata solo dopo uno studio approfondito e specifico, e un<br />

discorso analogo vale per la questione dei rapporti fra l'evoluzione della<br />

scienza scozzese e la parallela evoluzione della filosofia scozzese.<br />

Più facile da verificare è il fatto che l'opera che qui ci interessa,<br />

i Dialogues, ai quali Hume lavorò sul finire dell'epoca di crisi di cre­<br />

scenza della scienza britannica, sembra offrire negli interventi di Fi­<br />

lone in favore di una visione organicistica e materialistica — per cui<br />

è la stessa materia a contenere il principio della sua organizzazione e<br />

del suo movimento S2 — una sorta di informale manifesto di questa nuo-<br />

49 Cfr. R. E. SCHOFIELD, Mechanism and materialism. British naturai philo-<br />

sophy in an age of reason, Princeton (New Jersey) 1970, passim; si rimanda a<br />

questo testo per la bibliografia degli autori citati.<br />

50 Cfr. più indietro, p. 56.<br />

51 Cfr. R. E. SCHOFIELD, Mechanism and materialism..., cit., pp. 91-2.<br />

52 Secondo A. JEFFNER, Butler and Hume on religion..., cit., p. 151, Filone<br />

esporrebbe « a pre-Darwinian view ». Ed è significativo il fatto che ERASMUS DAR­<br />

WIN (1731-1802), nella sua professione di fede evoluzionistica, si riallacciasse pro­<br />

prio ai Dialogues: « The late Mr. David Hume... concludes that thè world itself<br />

might have been generated, rather than created; that is, it might have been gra-<br />

dually produced from very small beginnings, increasing by thè activity of its in-<br />

herent principles, rather than by a sudden evoìution of thè whole by thè Almighty

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