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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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80 L(J STRUMENTO RETORICO<br />

ne è una prova la pazzia.. Egli insiste sul fatto, decisivo, che è solo<br />

la precedente esperienza della costruzione meccanica, quella su cui Clean-<br />

te fonda la meccanizzazione generale della natura, a rendere possibile<br />

l'applicazione di un modello meccanico anche ad oggetti che non sono<br />

costruiti meccanicamente.<br />

« Could a peasant, if thè Aeneid were read to him » si chiede<br />

Filone, « pronounce that poem to be absolutely faultless, or even assign<br />

to it its proper rank among thè productions of human wit; he, who<br />

had never seen any other production? » (p. 206). In una civiltà conta­<br />

dina e in una cultura orale, il contadino che ascolta leggere VEneide,<br />

non sa riportare le parole del lettore a quelle scritte: davanti a un<br />

libro, il « contadino » non sa assolutamente cos'è: potrebbe essere qual­<br />

cosa che, se è fatto, potrebbe essere fatto da un animale. Per lui l'og­<br />

getto privilegiato rappresentato dal manufatto standardizzato, che costi­<br />

tuisce il modello che Cleante applica a tutta la natura, apparirebbe cioè<br />

come natura: i soli « designers » che il contadino conosce sono i gatti,<br />

le mucche, ecc. Solo un lettore radicalmente « non contadino » avrebbe<br />

potuto del resto non saltare <strong>sulla</strong> sedia sentendosi dire che supporre la<br />

nascita per generazione delle varie copie delVEneide è più agevole che<br />

non supporre la nascita per generazione degli animali. Il fatto che Hume<br />

abbia giudicato credibile tale supposizione ci dice che egli si rendeva<br />

pienamente conto del pregiudizio meccanicistico insito nel lettore a cui<br />

si rivolgeva u .<br />

Nelle sue argomentazioni Filone tende a rovesciare radicalmente il<br />

procedimento di Cleante, facendo l'ipotesi che VEneide sia un gatto,<br />

per trame la conclusione che non solo VEneide è figlia di un gatto, ma<br />

che Dio è una gatta. E sostiene energicamente (riecheggiando la tesi di<br />

Stratone) che nella natura la materia è inscindibile dalla forma; esclude<br />

cioè che a contare sia il « design », l'ordine artificiale attribuito dal-<br />

11 Criticando l'argomentazione di Paley sul mondo-orologio, che postulerebbe<br />

un orologiaio che l'ha costruito, J. STUART MILL avrebbe sottolineato che se, per<br />

esempio, troviamo un orologio in un'isola deserta siamo portati a pensare che ce<br />

l'abbia lasciato un uomo non già perché l'oggetto rechi segni di « design » ma per­<br />

ché sappiamo per esperienza che gli orologi sono costruiti dall'uomo; cosi come,<br />

trovando un'impronta di un animale su un fossile, siamo portati a pensare che ap­<br />

partiene a un animale che viveva in tempo preistorico, non perché il fossile rechi<br />

alcun segno di « design », ma perché abbiamo accumulato abbastanza esperienza<br />

da giungere a questa conclusione (cfr. Theism, in Three essays on religion, London<br />

1874, p'l68).

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