Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...
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84 L0 STRUMENTO RETORICO<br />
(e cioè per concepirlo come inserito in una specie omogenea) non è ne<br />
cessario che tutti gli attributi di un manufatto siano relativi al « de<br />
sign » che lo caratterizza. La percezione di un manufatto in quanto<br />
tale dipende dal riconoscimento in esso di un « design » che è proprio<br />
di una certa specie artificiale: tale percezione è una registrazione auto<br />
matica, un riflesso condizionato, una sorta di riconoscimento dell'idea<br />
platonica (anche se la sua origine è ovviamente storica) e non il frutto<br />
di una puntuale indagine scientifica: si illumina così il ricorso common-<br />
sensistico di Cleante all'intuizione ". Filone, quando fa l'esempio di<br />
una corretta applicazione dell'analogia, parla di sassi che cadono, di fuoco<br />
che brucia, di terra che è solida: non parla di manufatti. In un mondo,<br />
com'è quello di Cleante, che tende a ridursi a un insieme di manufatti,<br />
17 Legato al problema delle specie è naturalmente il problema della classifica<br />
zione degli individui nelle specie, studiato da Hume nel capitolo dedicato all'iden<br />
tità personale del I libro del Treatise, e da lui risolto nel processo di costruzione<br />
del concetto di somiglianzà. Tale processo ha lo stesso carattere fondamental<br />
mente linguistico che ha in genere in Hume il processo di costruzione dell'univer<br />
sale (cfr. M. DAL FRA, L'astrazione nella filosofia di Hume, « Rivista critica di<br />
storia della filosofia», XXII (1967), pp. 442-44). L'esperienza dell'apprendimento e<br />
dell'uso dei concetti universali, com'è descritta da Hume, può essere assimilata con<br />
quella dell'introduzione di un codice sociale, come quello di una lingua storica.<br />
E all'apprendimento e all'uso di un codice vistosamente di tipo storico può essere<br />
ricondotta l'esperienza del riconoscimento della specie di un manufatto: è questa<br />
l'esperienza dell'introiezione di quello che possiamo chiamare codice sociale delle<br />
merci. Hume sottolinea però più la parte che spetta al meccanicismo psicologico<br />
individuale d'introiezione che non il fatto che si tratta di un codice linguistico che<br />
è storico, esterno all'individuo. L'impostazione psicologistica e solipsistica della<br />
sua visione gli preclude la possibilità di indagare il problema sul versante dell'ori<br />
gine esterna e sociale di tale codice. E tuttavia nella ritirata che Hume fa compiere<br />
al discorso sulle specie dal terreno dell'ontologia a quello dell'esperienza indivi<br />
duale e, all'interno di questo, al terreno della razionalizzazione, operata attraverso<br />
l'uso di termini linguistici, dell'esperienza degli oggetti esterni, un interprete bene<br />
volo quanto fantasioso potrebbe vedere un presentimento del fatto che l'eredità<br />
dello studio del problema delle specie sarebbe passata dai filosofi e dai naturalisti<br />
aristotelici direttamente agli esperti in psicologia del consumatore: la ricerca, ca<br />
ratteristica del '700, dell'« anello mancante », cioè delle specie naturali intermedie<br />
fra quelle già conosciute, era infatti destinata a trasformarsi nella ricerca delle<br />
specie di manufatto che mancano ancora sul mercato. Cosi, la biblioteca di Cleante<br />
ci mostra un esempio di mondanizzazione della grande catena dell'essere, quella<br />
industriale-commerciale. Cleante ci presenta un mondo analogo a una biblioteca in<br />
un senso diverso da quello in cui gli scienziati del '600 ci avevano presentato il<br />
mondo come un libro (sul libro usato come simbolo nella storia della cultura, cfr.<br />
il cap. XVI di E. R. CURTIUS, Europaische Literatur and lateinisches Mittelalter,<br />
Bern 1948). I libri di Cleante, come s'è visto, sono innanzitutto manufatti, mac<br />
chine per l'uso umano. Cleante è un newtoniano nella versione umanistico-mani-<br />
fatturiera-antropomorfica: la sua biblioteca somiglia a una fiera campionaria.