Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...
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208 IL REFERENTE STORICO<br />
temi della provvidenza e dell'intervento divino sia nel mondo della na<br />
tura che nel mondo sociale e politico, e il suo luogo istituzionale nelle<br />
Boyle lectures, inaugurate appunto da Bentley con un sermone sul ruolo<br />
della <strong>religione</strong> nella società 68 .<br />
Come i latitudinari inglesi, i moderati scozzesi riportavano la so<br />
stanza del discorso religioso alla sua base etica; compito dell'uomo di<br />
ventava il raggiungimento di una « inner harmony » e la sua felicità era<br />
posta « in finding himself at one with thè vast universe revealed by<br />
Newton » 69 . Ideale questo non specificamente religioso, dal momento<br />
che coincideva con il canone neoclassico che dominò la società e la<br />
cultura inglese della Augustan Age. I moderati lasciarono progressi<br />
vamente cadere la dottrina della totale depravazione della natura uma<br />
na e della predestinazione, attraverso un processo di evoluzione ana<br />
logo a quello che stava attraversando la chiesa calvinista di Ginevra e<br />
che doveva portare alle polemiche sull'articolo « Genève » scritto per<br />
VEncyclopédie da d'Alembert.<br />
Principali esponenti dei moderati furono Hugh Blair, che abbia<br />
mo già incontrato come corrispondente di Hume, John Home, il poeta,<br />
Robert Wallace (uno dei suoi primi sermoni recava il significativo titolo<br />
I gnor ance and super stition, a source of violence and cruelty] e il rettore<br />
dell'università di Edimburgo, lo storico William Robertson, leader in<br />
contrastato del gruppo; ministers moderati sarebbero stati anche Tho-<br />
mas Reid, George Campbell, James Beattie e Alexander Gerard. Fu<br />
Robertson a condurre la battaglia dei moderati contro i tentativi di far<br />
votare la scomunica di Hume da parte della generai assembly; battaglia<br />
che rafforzò il predominio dei moderati e che evitò alla chiesa scozzese<br />
uno scandalo che sarebbe certamente nociuto alla loro politica.<br />
68 Cfr. H. GUERLAC, M. C. JACOB, Bentley, Newton and providence (thè Boyle<br />
lectures ance more), «Journal of thè history of ideas », XXX (1969), pp. 307-18.<br />
L'aspetto ideologico delle Boyle lectures è analizzato anche in M. C. JACOB, The<br />
church and thè Boyle lectures: thè social contexl of thè Newlonian naturai philo-<br />
sophy (Ph. D. dissertation, Cornell university, Ithaca, N. Y., 1969). La stessa JACOB,<br />
John Toland and thè Neivtonian ideology, « Journal of thè Warburg and Courtauld<br />
institutes », XXXII (1969), pp. 307-31, collega il rifiuto della teologia newtoniana<br />
da parte di Toland e del suo gruppo al rifiuto dell'ordine politico di cui essa si<br />
faceva garante. H. GUERLAC, non senza esplicite riserve prudenziali, aveva già po<br />
sto l'accento sul parallelismo fra l'ascesa delle tendenze atomistiche e la ripresa del<br />
l'influenza aristocratica e della chiesa anglicana dopo la restaurazione del 1660<br />
(cfr. Newton et Epicure, Conférence donnée au Palais de la découverte le 2 mars<br />
1963, Paris 1963).<br />
69 G. R. CRAGG, The church in thè age of reason..., cit., p. 89.