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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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258 IL REFERENTE STORICO<br />

e) il problema del progresso. S'è visto come questo sia il tema di<br />

fondo della discussione che i personaggi dei Dialogues affrontano nelle<br />

parti X-XI e come esso tocchi la questione dell'esistenza delle condi­<br />

zioni obiettive (ordine) e soggettive (« industry ») del progresso. Demea<br />

e Cleante tendono a porsi su posizioni opposte e estreme, mentre Filone<br />

parrebbe scegliere quella intermedia, pur inclinando più per Demea che<br />

per Cleante; senza forse negare un ordine intrinseco nella natura egli<br />

nega infatti che esista un qualsiasi garante dell'ordine; e parlando delle<br />

condizioni soggettive del progresso, quelle che dipendono dalla « natura<br />

umana », tende a insistere più sull'« ozio » che <strong>sulla</strong> « industry ».<br />

Il problema del progresso è centrale nella scuola storica, che assume<br />

su di esso una posizione senz'altro più vicina a quella di Cleante che<br />

a quella di Demea; anche se, posto che Filone crede nella possibilità del<br />

progresso, essa sembra essere in definitiva più vicina alla prudenza di<br />

Filone che non all'ottimismo programmatico, vagamente alla Turgot,<br />

di Cleante 32 .<br />

Il tema del progresso viene discusso dalla scuola storica, come nei<br />

Dialogues, parallelamente a quello delle condizioni oggettive che lo ren­<br />

dono possibile. La questione si pone innanzitutto a livello di metodo<br />

storico: la ricerca delle cause del mutamento comporta la necessità di<br />

rispondere preliminarmente alla domanda se nella storia vi sia o non vi<br />

sia un ordine e, se sì, quale elemento ne è responsabile.<br />

Alla prima domanda gli storici scozzesi risposero positivamente o,<br />

almeno, erano persuasi che compito dello storico fosse di ricercare l'or­<br />

dine nella variazione. Il loro metodo peculiare, anche se non esclusivo,<br />

sintetizzato dalle espressioni sostanzialmente sinonimiche « naturai hi-<br />

story », « theoretical history », « conjectural history », « philosophical<br />

history », « histoire raisonnée », risulta dal matrimonio tra un empi­<br />

rismo spinto (che rifiuta però la mera accumulazione dei dati) e un for-<br />

32 Nessuno degli storici scozzesi accettò, come non l'accettò Gibbon, l'idea<br />

del progresso come inarrestabile; sia Smith sia Millar furono molto prudenti in<br />

proposito. Smith fu alquanto scettico nei confronti dello strumento politico. Mil-<br />

lar, anche se fu l'uomo più progressista della seconda metà del '700 scozzese, e<br />

maestro o amico di uomini che alla fine del secolo condussero in Scozia la batta­<br />

glia per la riforma del sistema elettorale, fu anche l'uomo che più ebbe coscienza<br />

della necessità di procedere a riforme liberali per guadagnare alla causa dell'ordine<br />

di uno stato fondato sul privilegio di classe e di merito le masse di persone su cui<br />

poteva far leva la propaganda politica che chiedeva l'assoluta eguaglianza sociale,<br />

un'idea fondata, a suo parere, su basi metafisiche e utopistiche.

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