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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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46 LO STRUMENTO RETORICO<br />

nivano « scolastica » (e l'accenno di Panfilo sembra diretto in particolare<br />

alle polemiche, spesso condotte a colpi di dialogo, scoppiate in campo<br />

religioso nell'Inghilterra del '600 e del primo 700).<br />

Un rischio analogo a quello della caduta nella rissa scolastica è<br />

quello, sottinteso nel discorso di Panfilo, che la forma di dialogo con­<br />

duca l'autore a imitare gli antichi non solo nell'uso del dialogo ma an­<br />

che nell'adozione di un modello di filosofia che nel caso di Fiatone e,<br />

sia pur per motivi diversi, di Cicerone, è diverso se non alternativo ri­<br />

spetto a quello caro a Panfilo. Con l'enunciazione della regola della di­<br />

scussione urbana ed elegante, Panfilo sembra parallelamente avanzare<br />

una sia pur sommaria discriminazione anche nei confronti della cultura<br />

del '600 che, pur avendo in comune con quella del secolo successivo il<br />

modello di filosofia basato <strong>sulla</strong> argomentazione « accurate and regular »,<br />

tende a non rispettare questa regola. L'osservanza della norma del­<br />

l'urbanità nella disputa, pur fondamentale, come vedremo meglio fra<br />

poco, nel '700 inglese, non parrebbe comunque rappresentare una con­<br />

dizione dirimente per classificare un'opera, scritta in forma di sistema<br />

o di dialogo, entro la categoria delle opere filosofiche. Panfilo passa<br />

infatti a parlare dei rischi connessi con il rovescio della medaglia sco­<br />

lastica, rappresentato dall'introduzione nel dialogo dello « spirito di<br />

conversazione ». Il pericolo per il filosofo è che perda troppo tempo in<br />

convenevoli e che il lettore non si ritenga abbastanza compensato per<br />

la perdita dell'ordine, della brevità e della precisione, propri dell'espo­<br />

sizione sistematica, che sono stati sacrificati all'adozione della forma di<br />

dialogo 4 . La forma di dialogo parrebbe insomma la meno consona al<br />

modello di comunicazione filosofica preferito da Panfilo.<br />

4 Questo punto era già stato sottolineato da Shaftesbury quando, come ve­<br />

dremo meglio più avanti, aveva parlato del rischio dell'eccessiva dose di cerimonie<br />

nel dialogo e aveva scritto: « No\v put compliments, put ceremony into a dialogue,<br />

and see what will be thè effect! » (Characteristics of men, manners, opinions,<br />

times..., 2 vols, ed. by J. M. Robertson, London 1900, I, p. 134) e da Addison,<br />

il quale aveva osservato che in molti dialoghi « There is so much lime taken with<br />

Ceremony, that before they enter on their Subject, thè Dialogue is half ended »<br />

(Dialogues upon thè usefulness of ancient medals, especially in relation to thè Latin<br />

and Greek poets, London 1726, p. 35). La stessa notazione era presente anche nella<br />

Prefazione (non paginata), in cui si giustifica l'impiego del dialogo invece che del<br />

« Methodical Discourse », di W. NICHOLLS, A conference with a theist. Pari II...,<br />

London 1697; in essa, come nell'introduzione di Panfilo ai Dialogues, si sottolineava<br />

la necessità, oltre che non di sprecare « a great deal more Paper to little purpose »<br />

concedendo troppo spazio alle repliche, di evitare il pericolo opposto della caduta<br />

nel « dry method » degli scolastici.

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