Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...
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FILONE E LA SCUOLA STORICA 255<br />
well (citato da Hume, Turgot e Adam Ferguson) secondo cui nessuno<br />
va più lontano come chi non sa dove va.<br />
L'analogia di questa dottrina con il rifiuto delle cause finali nei<br />
Dialogues è ovvia. Ci preme qui sottolineare che nei Dialogues essa<br />
viene applicata anche per trattare di un problema di cui abbiamo già<br />
notato l'importanza, quello dell'ordine proprio del prodotto manufatto.<br />
Filone, parlando dell'arte di costruire le navi, arriva a contestare che ci<br />
debba essere un rapporto necessario fra il prodotto manufatto e un<br />
progetto razionale concepito da un individuo:<br />
If we survey a ship, what an exalted idea must \ve form of thè<br />
ingenuity of thè carpenter, who framed so complicated, useful, and<br />
beautiful a machine? And what surprise must we entertain, when<br />
we find him a stupid mechanic, who imitated others, and copied an<br />
art, which, through a long succession of ages... had been gradually<br />
improving? (p. 207).<br />
Il passo ricalca probabilmente un brano della Fable of thè bees di<br />
Mandeville, in cui v'è un riferimento specifico all'arte di costruire le<br />
navi, che è progredita sino a un livello del tutto sconosciuto ai « first<br />
inventors » 29 . Filone non contesta quindi l'esistenza di un « order » nel<br />
manufatto ma lo concepisce come un risultato non di un « design »<br />
razionale e ideologico, ma di una cieca attività d'imitazione, che com<br />
porta inattesi salti di qualità. Poco dopo Filone riprende il paragone<br />
della nave e lo collega con il problema della divisione del lavoro; impli<br />
citamente egli pone cosi un'analogia tra il perfezionamento avvenuto nel<br />
corso del tempo nell'arte di costruire navi grazie all'accumulo dell'espe<br />
rienza pratica dei vari mecbanics costruttori e il risultato cui giungono i<br />
vari mechanics tra cui è diviso il lavoro della costruzione di ciascuna<br />
nave. E ciò illumina il legame che la versione scozzese della dottrina<br />
dell'eterogeneità dei fini ha con la svalutazione dell'attività individuale<br />
causata dall'introduzione di una sistematica divisione del lavoro. Inoltre<br />
Filone, sollevando il problema della divisione del lavoro per avanzare<br />
29 II riferimento a MANDEVILLE (The fable of thè bees: or private vices, pu-<br />
blik benefits [1714-29], ed. by F. B. Kaye, 2 vols, Oxford 1924, II, pp. 141, 143)<br />
è di L. SCHNEIDER, " Introduction ", in The Scottish moralists on buman nature<br />
and society, Chicago and London 1967, p. xxxvn n. Sulla questione dell'etero<br />
geneità dei fini in Mandeville, in relazione con la dottrina di Max Weber, vedi<br />
W. STARK, Max Weber and heterogony of purposes, « Social research », XXXIV<br />
(1967), pp. 249-64.