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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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IL DIALOGO DEI FILOSOFI 63<br />

accettano, grosso modo, proprio quel modello di filosofia come esposi­<br />

zione che, almeno riguardo al tema dibattuto, parrebbe non essere ac­<br />

cettato dall'autore dell'opera.<br />

L'intento di Hume nella rappresentazione oflertaci nei Dialogues va<br />

considerato sullo sfondo della tradizione del dialogo filosofico inglese.<br />

I Dialogues, successivi all'opera di Shaftesbury e di Berkeley, costitui­<br />

scono infatti la fusione e il superamento di entrambe. Nei Dialogues v'è<br />

il candour dei Moralists e dei Three dialogues; v'è l'asprezza polemica<br />

e la vivacità drammatica e la discussione filosofica serrata delle opere<br />

di Berkeley; e v'è, sia pure in forma circoscritta, l'argomento ad ho-<br />

minem dell'Alciphron (nella sua forma più gretta, quando Cleante in-<br />

sulta Filone e critica l'incocrenza della prassi con la teoria degli scet­<br />

tici; e nella sua forma più generale, nella polemica di Filone contro<br />

Cleante, quando egli parte dalle premesse di quest'ultimo per giungere<br />

a conclusioni opposte). Ma non vi sono nei Dialogues gli uomini di pa­<br />

glia di Berkeley, proprio perché manca un personaggio che possa essere<br />

univocamente interpretato come il portavoce dell'autore.<br />

Nei Dialogues l'autore rinuncia a esporre una posizione personale,<br />

teorica o pratica, e mette in scena non già uomini di paglia strumenti<br />

dell'ideale teorico di un filosofo o personaggi moralmente esemplari del­<br />

l'ideale pratico di un filosofo, bensì personaggi che sono essi stessi « filo­<br />

sofi espositivi » (il discorso vale soprattutto per Demea e Cleante, che<br />

sono anche i personaggi più caratterizzati e più inclini a polemizzare<br />

tra loro; mentre Filone appare anonimo, freddo e cortese). La for­<br />

mula peculiare dei Dialogues sembra essere la rappresentazione ogget-<br />

tiva, pubblica, dello scontro di personaggi che, presi isolatamente, sono<br />

filosofi espositivi, i filosofi muti della civiltà della cultura scritta, soliti<br />

a indirizzarsi a un lettore altrettanto muto e a polemizzare a distanza<br />

con altri muti filosofi espositivi, e che nel dialogo vengono chiamati a<br />

recitare la loro lezione ad alta voce e contemporaneamente. Il risultato<br />

è ovviamente anche satirico; ma in quanto ci da la satira dei filosofi in<br />

genere, e non in quanto ci da, come avviene neìrAlciphron, la satira<br />

dei filosofi avversari del filosofo autore del dialogo. Sotto questo aspetto,<br />

il problema di identificare i diversi personaggi dei Dialogues in altret­<br />

tante figure storiche diventa secondario rispetto al fatto che si tratta di<br />

filosofi e al fatto che questi filosofi, i quali, per citare solo i maggiori e<br />

solo gli inglesi fra quanti sono stati identificati dalla critica come modello<br />

dei personaggi dei Dialogues (Hume, Berkeley, Butler, Clarke) sono an­<br />

che tra i filosofi più importanti del '700 inglese e talmente diversi l'uno

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