Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...
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LA PARTE DEL LETTORE 83<br />
macchine portò allo scambio e alla sovrapposizione fra specie naturali<br />
e specie artificiali. Ed è appunto su quest'ultimo tipo di scambio e di<br />
sovrapposizione che si basa parte della forza persuasiva dell'argomen<br />
tazione di Cleante nei Dialogues. Cleante, senza staccarsi dal quadro<br />
della grande catena dell'essere, estende il ragionamento analogico dal<br />
campo dei manufatti ;il campo delle cose naturali 16 .<br />
Giustamente Filone osserva che, perché sia possibile applicare a<br />
un oggetto gli attributi di un altro, è necessario che gli oggetti siano<br />
stati sperimentati come appartenenti a una stessa specie. Filone vor<br />
rebbe cioè che l'appartenenza di un oggetto a una specie venisse effet<br />
tivamente e puntualmente sperimentata; e, dal momento che non si ha<br />
alcuna prova che l'universo non sia un esemplare unico, egli pensa che<br />
non è possibile fare a proposito di esso alcun discorso analogico. Ma se<br />
l'oggetto in questione è un manufatto o, semplicemente, viene colto<br />
come un manufatto — ed è così che Cleante concepisce l'universo — il<br />
procedimento di analogia è reso credibile anche senza un'esperienza spe<br />
cifica, perché la possibilità di classificare un manufatto entro una spe<br />
cie è intrinseca al suo essere concepito come manufatto. Psicologica<br />
mente cioè è sufficiente l'esperienza dei manufatti in genere per com<br />
pletare la specie cui appartiene un singolo oggetto percepito come ma<br />
nufatto: un manufatto può essere tale anche se è un esemplare unico;<br />
infatti esso potrebbe essere il prototipo di una serie. È così che Cleante<br />
può applicare all'universo attributi sperimentati come propri dei manu<br />
fatti in genere.<br />
Inoltre, se, come fa Cleante, consideriamo ogni oggetto un manu<br />
fatto (umano o divino), saremo portati ad adottare sistematicamente la<br />
discriminazione che sia sempre possibile distinguere l'opera di ordina<br />
mento dal materiale preesistente, e a rifiutare sistematicamente l'ordine<br />
come attributo intrinseco alla materia; siamo portati cioè ad accettare<br />
come ordine solo quello che è significativo dei manufatti (e cioè il<br />
« design »). Tanto più che la definizione di un oggetto come manufatto<br />
tollera la presenza in esso anche di una notevole dose di elementi disor<br />
dinati, cioè non ordinati secondo il « design » della specie artificiale cui<br />
appartiene il manufatto. Per classificare un oggetto come un manufatto<br />
16 Quanto al legame tra grande catena dell'essere e analogia, esso appare anche,<br />
per es., in Locke: « Observing such graduai and gentle descents downwards in<br />
those parts of thè creation that are beneath man, thè rule of analogy may make it<br />
probable that it is so also in things above us and our observation... » (Essay con-<br />
cerning human understanding, IV, XVI, 12).