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Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...

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LA PARTE DEL LETTORE 73<br />

stom » (e in particolare in quello legato all'educazione) sarebbe stata da<br />

ricercare la spiegazione del mancato accoglimento da parte del lettore<br />

della dottrina secondo la quale gran parte dei nostri ragionamenti, in­<br />

sieme con tutte le nostre azioni e passioni, derivano appunto dal « cu-<br />

stom », dall'abitudine 4 .<br />

Egli era cioè cosciente del fatto che la dottrina si applicava anche<br />

all'esperienza della lettura, e della lettura del Treatise in particolare.<br />

Essa infatti sottolineava come fossero gli elementi non logici rappre­<br />

sentati dall'abitudine e dall'immaginazione a costituire la struttura por­<br />

tante dell'esperienza, e dell'esperienza della lettura in particolare. Il<br />

discorso di Hume al lettore era quindi anche, se così si può dire, un<br />

discorso <strong>sulla</strong> lettura, ovvero un discorso <strong>sulla</strong> funzione sintetica svolta<br />

dagli elementi non logici nel processo della lettura. E tuttavia la discus­<br />

sione che sul problema del « custom » Hume faceva nel primo libro del<br />

Treatise si indirizzava solo alla parte cognitiva del lettore. Le premesse<br />

del mancato accoglimento di questa dottrina erano già presenti nella<br />

sua stessa enunciazione.<br />

Nei Dialogues si da invece una situazione diversa. Hume non si<br />

limita a enunciare, ma applica la dottrina della genesi del « belief » a<br />

partire da associazioni emotive, al fine di coinvolgere il lettore. Mette<br />

in pratica ciò che predicava. E, se è vero che l'abitudine alla lettura<br />

contribuì a creare nel lettore la predisposizione a vedere nel libro e,<br />

attraverso il libro, nel mondo, un ordinamento necessario e obbediente<br />

alla logica tipografica, la prospettiva esposta da Cleante, e combattuta<br />

da Filone, era quella che è propria anche del lettore. Se è vero che<br />

Hume nei Dialo gues si proponeva di confutare la prova dell'ordine senza<br />

perdere il contatto con il lettore, egli lo fece seguendo la strada più<br />

difficile, che era però anche l'unica possibile. Dal momento che a rin­<br />

saldare la fede del lettore nell'ordine razionale del mondo, concepito<br />

come analogo a quello del manufatto umano, e in particolare del libro,<br />

4 « But tho' education be disclaim'd by philosophy, as a fallacious ground of<br />

assent to any opinion, it prevails nevertheless in thè world, and is thè cause why<br />

ali systems are apt to be rejected at first as new and unusual. This perhaps will<br />

be thè fate of what I bave here advanc'd concerning belief, and tho' thè proofs I<br />

have produc'd appear to me perfecdy conclusive, I expect not to make many pro-<br />

selytes to my opinion. Men will scarce ever be persuaded, that effects of sudi<br />

consequence can flow from principles, which are seemingly so inconsiderable, and<br />

that thè far greatest part of our reasonings, with ali our actions and passions, can<br />

be deriv'd from nothing but custom and habit » (Treatise, p. 118).

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