Dialoghi sulla religione naturale - Studi umanistici Unimi - Università ...
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FILONE E LA SCUOLA STORICA 247<br />
civiltà e della scienza ' non è tuttavia scompagnata in Hume dall'ansia<br />
di veder travolta in una ritornata barbarie la felicità e la ragione dei<br />
tempi moderni » 9 .<br />
Da ciò è facile comprendere come, anche sotto l'aspetto della fe<br />
deltà politica e religiosa alla nazione scozzese, gli illuministi scozzesi<br />
mantennero, almeno tendenzialmente, nei confronti della Scozia « uffi<br />
ciale » ricalcata sul modello inglese, quello scarto e quella distanza in<br />
favore di altri modelli politici, religiosi e civili, quella « non autono<br />
mia », che era stata la condizione determinante della loro nascita intel<br />
lettuale e che era la condizione presente della loro originalità culturale.<br />
E questa una delle ragioni per cui è possibile, certo non senza pa<br />
radosso, considerare rotante attorno allo spirito dell'illuminismo scoz<br />
zese un'opera come Journey to thè western islands of Scotland del Dr.<br />
Johnson, scritta da un uomo che provava solo irritazione e disprezzo<br />
per il primitivismo di un Rousseau 10 e che geograficamente, politica<br />
mente e culturalmente era non solo situato fuori dall'ambito dell'illu<br />
minismo scozzese, ma arroccato su posizioni apertamente polemiche, a<br />
livello di ingiurie, nei suoi confronti. La crisi intellettuale che Johnson,<br />
cittadino di Londra per definizione, attraversò nel corso del suo viaggio<br />
nei Highlands è di fatto analoga, anche se rovesciata, a quella che<br />
aveva attraversato la miglior cultura scozzese; egli si rese pienamente<br />
conto del processo di radicale trasformazione cui erano stati sottoposti<br />
i Highlands, senza però rifugiarsi, come la sua natura di tory l'avrebbe<br />
portato a fare, nella difesa e nel rimpianto della società tradizionale,<br />
ma anche senza applaudire incondizionatamente al nuovo corso imposto<br />
dalla civiltà dei whigs, che definiva « dogs » e « ruffians of Reforma-<br />
tion ». Di fatto egli si rese conto che quella dei clan era comunque<br />
una cultura, come la intendiamo oggi in senso antropologico, che era<br />
stata indiscriminatamente distrutta dalla colonizzazione inglese-Lowland.<br />
Fra le osservazioni del Dr. Johnson, le più rilevanti sono quelle<br />
9 Ibidem, p. 261. L'idea che la dirczione del progresso potesse subire un'in<br />
versione di rotta una volta raggiunto lo stadio finale, e riprendere ciclicamente (a<br />
causa del « lusso », una dottrina questa che egli riprendeva da Rousseau) è pre<br />
sente anche in un teorico del progresso come Lord Kames. Cfr. A. E. MAcGuiN-<br />
NESS, Lord Kames on thè Ossian poems: antbropology and criticism, « Texas studies<br />
in literature and language », X (1969), pp. 68-9.<br />
10 Cfr. R. B. SEWALL, Dr. Johnson, Rousseau and reform, in The age of John<br />
son. Essays presented to C. B. Tinker, ed. by F. W. Hilles, introduction by W. S.<br />
Lc\vis, New Haven (Mass.) and London 1964 (1949 1 ), p. 315.