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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 123<br />
NON DIMENTICARE IL MALE<br />
Ne Il Sentiero dei nidi di ragno Italo Calv<strong>in</strong>o scrive:<br />
Allora c’è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del<br />
riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto,<br />
nessuno sparo, pur uguale al loro, m’<strong>in</strong>tendi? uguale al loro, va<br />
perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli,<br />
a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, <strong>in</strong> cui si possa<br />
non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli <strong>in</strong>utili<br />
furori, perduti e <strong>in</strong>utili anche se v<strong>in</strong>cessero, perché non fanno<br />
storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel<br />
furore e quell’odio, f<strong>in</strong>ché dopo oltre venti o cento o mille anni si<br />
tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo<br />
negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene,<br />
loro per restarne schiavi.<br />
«Tutti siamo abbastanza forti da sopportare il male<br />
altrui», dice causticamente Francois de La Rochefoucauld.<br />
Ma è davvero “caustica” questa sua affermazione o<br />
la “banalità del male”, come già aveva concluso la Hannah<br />
nel suo omonimo libro sul processo Eichmann, riverbera<br />
<strong>in</strong>terrogativi ancora più <strong>in</strong>quietanti? Potremmo traslare<br />
l’affermazione di Dostoevskij, «Se Dio non esiste,<br />
tutto è possibile», <strong>in</strong> un più “moderno” «Dopo Auschwitz,<br />
tutto è possibile»? In un suo saggio 27 , Susan Neiman<br />
ritorna sugli antichi passi delle “responsabilità di Dio”,<br />
citando la Teodicea di Leibniz: la lunga risposta alla considerazione<br />
di Bayle, che voleva la Storia come «sequenza<br />
di crim<strong>in</strong>i e sventure del genere umano», con Dio, di<br />
27. Guasto è il mondo, Laterza, Bari 2011.<br />
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