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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 159<br />
azioni nella zona B, cioè quella di Gargnano, dove si trovava la residenza<br />
del duce. Salvarono la vita a me e a Stella anche <strong>in</strong> quel triste<br />
giorno che seguì il massacro di Provaglio. Dopo una notte <strong>in</strong>sonne per<br />
il dolore, la rabbia, la paura, <strong>in</strong> casa di Stella facemmo una frugale<br />
colazione e poi partimmo per il cimitero di Provaglio, ma fummo fermate<br />
da una pattuglia di Brigate nere, che ci chiesero dove stessimo<br />
andando a quell’ora del matt<strong>in</strong>o e chi fossimo. Mostrai i documenti<br />
cercando di nascondere la rabbia e l’odio che provavo verso di loro.<br />
M<strong>in</strong>uti che mi parvero ore. Temevo anche una reazione di Stella. Ma<br />
per fortuna tutto filò lisco e potemmo così riprendere la strada verso il<br />
posto che ci avevano <strong>in</strong>dicato i compagni. I ragazzi della Matteotti<br />
erano stati buttati <strong>in</strong> una fossa comune, e noi, con alcol e cotone, dopo<br />
averli riesumati, li pulimmo, <strong>in</strong> modo che poi potessero essere ricomposti<br />
durante la notte nelle casse costruite a Valle con <strong>in</strong>ciso il loro<br />
nome, <strong>in</strong> modo che, f<strong>in</strong>ita la guerra, si potessero identificare. Prima<br />
che quel marzo maledetto f<strong>in</strong>isse compimmo un’altra azione a Brescia,<br />
dove io, Stella, la Maresi e sua madre recuperammo delle armi:<br />
pistole, d<strong>in</strong>amite e bombe a mano che <strong>in</strong>filammo <strong>in</strong> due valigette che<br />
avevamo portato. Salite sul tram della Breda, ci confondemmo con le<br />
operaie che si recavano al lavoro. Il cuore batteva a mille. I miei famosi<br />
documenti non ci avrebbero certamente salvate se ci avessero trovate<br />
con quella Santa Barbara. Ci spaventammo a morte quando un<br />
caccia americano mitragliò il tram. Se avessero colpito le nostre valigie<br />
saremmo saltati tutti per aria. Quei caccia erano la nostra ossessione<br />
quando svolgevamo il lavoro di staffette. Temevamo sempre di<br />
essere colpite, ma contemporaneamente ci permettevano di superare<br />
<strong>in</strong>denni tanti posti di blocco, perché quando apparivano nel cielo, i<br />
repubblich<strong>in</strong>i e i tedeschi abbandonavano <strong>in</strong> fretta e furia le loro<br />
postazioni. Una volta, stavo tornando da Rivoltella, con due bombe a<br />
mano legate sotto la sella e una pistola <strong>in</strong>filata nelle mutande, oltre<br />
ad alcuni documenti che avevo <strong>in</strong>filato nel reggiseno. La pistola s’era<br />
però spostata e mi dava parecchio fastidio, impedendomi di pedalare<br />
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