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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 126<br />

BANDITE!<br />

Nata il 26 aprile 1925 a Trieste, nel 1942 Ond<strong>in</strong>a era<br />

andata a lavorare come operaia nel cantiere di Monfalcone,<br />

dove impara a usare il “tornio a revolver” e dove cresce<br />

politicamente.<br />

Da una parte i colleghi di lavoro e dall’altra un gruppo di studenti che<br />

frequentavo a Ronchi, attraverso chiacchierate e discussioni, com<strong>in</strong>ciai<br />

ad <strong>in</strong>teressarmi di problemi sociali e politici. Sia alcuni operai<br />

del cantiere, sia alcuni studenti, militavano già allora nelle file clandest<strong>in</strong>e<br />

dell’antifascismo e quasi tutti erano comunisti ed io mi sentii<br />

progressivamente attratta da questi compagni ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e com<strong>in</strong>ciai<br />

a capire quanto eravamo <strong>in</strong>casermati. Allora <strong>in</strong> queste terre – soprattutto<br />

sul Carso – vi erano già operanti alcuni gruppi partigiani sloveni<br />

e parecchi ragazzi di queste località si aggregarono a queste formazioni.<br />

I loro familiari dicevano di non saperne niente, che i loro<br />

ragazzi erano stati rapiti (ovviamente per cercar di evitare le rappresaglie<br />

fasciste nei loro confronti). Da parte nostra, eravamo entusiasti<br />

e dicevamo a chi ci raccontava queste cose di dar loro anche il<br />

nostro <strong>in</strong>dirizzo per farci “rapire” 28 .<br />

Un “rapimento” che di fatto significa andare <strong>in</strong> montagna<br />

a combattere <strong>in</strong>sieme con le forze partigiane costituite<br />

dall’unione fra il Partito Comunista Italiano e l’Osvobold<strong>in</strong>la<br />

Fronta, il Fronte di liberazione sloveno. L’<strong>in</strong>vasione<br />

italo-tedesca della Jugoslavia ha sconvolto la geografia di<br />

conf<strong>in</strong>e, con la Slovenia divenuta una nuova prov<strong>in</strong>cia e<br />

la Croazia un regno satellite affidato ad Aimone d’Aosta,<br />

28. Sia questa testimonianza di Ond<strong>in</strong>a Peteani, sia le successive sono conservate presso l’Associazione<br />

Nazionale ex Deportati Politici nei campi nazisti di Milano, mentre la ricostruzione della sua vita è tratta<br />

dal portale Lager.it. Nel 2008, l’Istituto Regionale di Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia<br />

Giulia ha pubblicato un libro di Anna di Giannantonio dal titolo È bello vivere liberi. All’<strong>in</strong>domani della<br />

scomparsa di Ond<strong>in</strong>a Peteani, suo figlio Gianni ha costituito un Comitato per onorarla come prima staffetta<br />

partigiana d’Italia.<br />

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