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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 176<br />
BANDITE!<br />
Ros<strong>in</strong>a Franco, che nel 1945 aveva 16 anni<br />
e viveva a Placanica (Rc)<br />
Della guerra ricordo il rumore assordante degli aerei nemici, la vita<br />
quotidiana trascorreva comunque nella normalità, anche se con<br />
qualche tensione e molta stanchezza, perché la notte era disturbata<br />
dal passaggio di questi velivoli, che sovrastavano i tetti delle nostre<br />
case. Per quanto riguarda il mangiare, avevamo ciò che si poteva<br />
cuocere <strong>in</strong> casa come il pane e la pasta, e il rimanente, come tutti, lo<br />
si aveva mediante una tessera. Il luogo di ritrovo, <strong>in</strong>vece, era l’istituto<br />
delle suore, dove si festeggiavano il Natale e la Pasqua e dove ci<br />
riparavamo durante i bombardamenti.<br />
Quando eravamo nel rifugio, le notizie ci arrivavano dalla radio e alle<br />
volte riuscivamo ad avere il giornale. Degli stranieri ho due ricordi molto<br />
diversi: dei tedeschi ricordo il funerale di uno di loro, il feretro era<br />
seguito da molti soldati e alla f<strong>in</strong>e della cerimonia, uno dei generali ha<br />
preso dieci persone a caso, tra la gente che era presente, e li ha giustiziati<br />
davanti a tutti. Gli americani, <strong>in</strong>vece, li aspettavamo con molta<br />
paura, perché tutto sommato erano degli stranieri; mia madre, <strong>in</strong>fatti,<br />
aveva pensato di nascondermi <strong>in</strong> una stanza dove tenevamo la<br />
legna e far murare la porta; poi un giorno, mentre eravamo <strong>in</strong> campagna,<br />
abbiamo sentito il suono delle campane della Chiesa che annunciavano<br />
la pace. Nel mio paese non ho mai sentito parlare di episodi di<br />
maltrattamenti nei confronti delle donne, ma ricordo di aver assistito<br />
ad un episodio nel quale alcune donne hanno perso un braccio mentre<br />
salivano e scendevano <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione da un treno <strong>in</strong> movimento,<br />
dove vendevano sigarette di contrabbando. Uno degli ultimi ricordi che<br />
ho di quella spaventosa guerra risale all’<strong>in</strong>verno del 1943, quando mia<br />
madre ha ospitato una famiglia di ebrei che era arrivata dalle montagne<br />
<strong>in</strong> cerca di un riparo; sono stata io a trovarli, erano entrati nel portone<br />
posteriore e quando mi hanno visto sono scoppiati <strong>in</strong> lacrime e mi<br />
hanno pregato di portarli con me su <strong>in</strong> casa, dove mia madre li ha<br />
nascosti e curati f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e della guerra.<br />
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