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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 144<br />

BANDITE!<br />

a sfamarci, così accettò la corte di un uomo e lo sposò, ma era un<br />

socialista, così noi passammo da essere orfani di guerra a figli di un<br />

sovversivo socialista. La miseria era tanta e mio fratello morì praticamente<br />

di stenti. Quello stesso anno nacque Valent<strong>in</strong>a, la mia nuova<br />

sorell<strong>in</strong>a. Il mio secondo padre era buono, mi voleva bene, ma<br />

restò con noi poco tempo, perché ai fascisti di Vobarno, a com<strong>in</strong>ciare<br />

dal podestà Vittorio Pavoni, non andava a genio un socialista attivo<br />

come lui, che <strong>in</strong>vece di piegare la testa, osava addirittura sfidarli<br />

apertamente. Così una sera gli tesero un’imboscata e <strong>in</strong> dieci lo massacrarono<br />

di botte, lasciandolo mezzo morto <strong>in</strong> mezzo alla strada.<br />

Soccorso da alcuni suoi compagni, fu aiutato a rimettersi un po’ <strong>in</strong><br />

sesto prima di poter scappare def<strong>in</strong>itivamente da Vobarno e raggiungere<br />

la Francia, dove però morì <strong>in</strong> seguito al pestaggio. Ma non<br />

bastava rendere una donna ancora vedova. Noi eravamo figli di un<br />

sovversivo, appestati. Mia madre ci spronava al perdono, ma io non<br />

volevo perdonare, volevo combattere, così, pur essendo una ragazza,<br />

com<strong>in</strong>ciai a frequentare i compagni del mio patrigno, sviluppando<br />

presto anch’io l’idea socialista, come fecero anche altre ragazze,<br />

qualcuna la conoscevo. All’<strong>in</strong>izio del 1938 mi sono sposata e a f<strong>in</strong>e<br />

anno è nata mia figlia. Avevo 20 anni. Mio marito non avrebbe dovuto<br />

fare il militare perché aveva una famiglia da mantenere, ma nonostante<br />

ciò, venne chiamato alla leva, anche perché il podestà Pavoni<br />

aveva dichiarato che non aveva fatto il paramilitare fascista. Così fu<br />

costretto a partire e presto si ritrovò <strong>in</strong> guerra, <strong>in</strong> Albania, Grecia. Non<br />

tornò mai più: disperso <strong>in</strong> Jugoslavia. Poi arrivò l’8 settembre e fu un<br />

cas<strong>in</strong>o. Non c’erano più capi, né ord<strong>in</strong>i, ognuno cercava rimedio nella<br />

fuga. Mussol<strong>in</strong>i aveva fondato la Repubblica di Salò proprio qui,<br />

dalle nostre parti, così ci ritrovammo i nazisti che scorrazzavano sulle<br />

nostre strade e allora <strong>in</strong>iziò la nostra guerra contro di lui e i nazisti.<br />

Dovevamo mandarli via, dovevamo sconfiggerli, anche se non<br />

sapevamo come. Il primo conflitto a fuoco cui partecipai fu al passo<br />

Crocedom<strong>in</strong>i. Venivamo da Breno, dove eravamo andati per un sabo-<br />

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