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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 132<br />

BANDITE!<br />

trovava <strong>in</strong> carcere, le azioni della Resistenza cont<strong>in</strong>uavano<br />

<strong>in</strong> tutta la prov<strong>in</strong>cia di Trieste, con i nazisti che reagivano<br />

ferocemente con rappresaglie e rastrellamenti. Il 27<br />

marzo vennero impiccati quattro partigiani del Battaglione<br />

Triest<strong>in</strong>o: Sergio Cebroni, Giorgio De Rosa, Remigio<br />

Vis<strong>in</strong>i e Livio Stocchi, mentre il successivo 3 aprile vennero<br />

impiccati 72 ostaggi per rappresaglia ad un attentato<br />

compiuto dalla Resistenza a Opic<strong>in</strong>a. C<strong>in</strong>quantasei<br />

partigiani furono impiccati il 29 aprile dopo l’uccisione di<br />

c<strong>in</strong>que tedeschi avvenuta <strong>in</strong> via Ghega a Trieste. Tutte le<br />

vittime furono prelevate dal carcere del “Coroneo”, come<br />

ricorda nella sua testimonianza Ferruccio Derenz<strong>in</strong>i.<br />

Da giorni giacevamo <strong>in</strong> un tetro sotterraneo delle carceri del Coroneo<br />

a Trieste: “la cella della morte”. Era “la riserva” di ostaggi a immediata<br />

disposizione del comando tedesco della piazza per le rappresaglie<br />

agli attentati e sabotaggi dei gruppi di azione partigiana. In<br />

quella cella, stipatissimi, eravamo circa <strong>in</strong> cento tra italiani e sloveni;<br />

rastrellati, quest’ultimi, nei paesi a nord di Trieste. C’era con loro<br />

anche un giovane prete che a suon di campane aveva dato il segnale<br />

della scorreria tedesca. Noi provenivamo dalle carceri di Fiume. Era<br />

l’aprile del 1944. Una notte le SS spalancarono la porta della cella e<br />

chiamarono uno dopo l’altro c<strong>in</strong>quanta compagni. Uno di questi che<br />

tardava a presentarsi, perché non aveva ancora calzato gli stivali, si<br />

sentì gridare <strong>in</strong> faccia: “Dove vai tu, gli stivali non servono”. Capimmo<br />

e ammutolimmo. Il prete si appartò <strong>in</strong> un angolo della cella per<br />

raccogliersi <strong>in</strong> preghiera. Li rivedemmo tutti c<strong>in</strong>quanta, assieme a<br />

c<strong>in</strong>que giovani donne, c<strong>in</strong>que partigiane, appesi con il filo di ferro<br />

alle r<strong>in</strong>ghiere delle scale di un palazzo. Per un feroce eccesso di zelo<br />

il comandante della piazza aveva fatto trucidare anche le c<strong>in</strong>que partigiane<br />

come sovrapprezzo “alla regola” dei dieci per uno; sebbene i<br />

tedeschi uccisi da una bomba dei G.A.P. − <strong>in</strong> Via Ghega a Trieste −<br />

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